È iniziata ormai la campagna elettorale e tutte le forze politiche si stanno organizzando e stanno scegliendo i candidati che si presenteranno al giudizio degli elettori nelle prossime settimane. Ma se il mondo politico ha ormai acceso i motori e sembra non vedere l’ora che parta la gara, la stessa cosa non può certo dirsi dei cittadini. Un dato che sembra dominare è infatti la poca voglia degli italiani, stanchi di tante parole e promesse, di recarsi alle urne. L’orientamento emergente, secondo le ultime indicazioni, ipotizza che circa il 40 per cento degli aventi diritto al voto non intenda recarsi il 4 marzo alle urne. Un errore grossolano, come spiega chiarissimamente un detto utilizzato proprio per argomentare le ragioni per le quali occorre invece partecipare al voto: “se anche gli elettori non si occupano della politica, questa si occuperà comunque del loro futuro”. Per far si che la politica possa occuparsi, con competenza, del futuro (sempre più incerto) di moltissime persone che lavorano nel settore dell’autotrasporto i responsabili di Conftrasporto hanno inoltrato nello scorso fine settimana a tutte le forze politiche alcune proposte con un documento dal titolo esaustivo: “logistica per la crescita”. Un documento disponibile per tutti coloro che lo vorranno esaminare, basta chiederlo alla stessa federazione. Che la logistica sia un tema che impatta fortemente sulla competitività dell’economia è ormai risaputo da tanti, primi fra tutti coloro che si occupano di argomenti economici. Molti tuttavia limitano il perimetro di attenzione al trasporto pubblico locale o al trasporto su ferro. E questa è una grave lacuna culturale. Non vi è alcun dubbio che il tema del trasporto pubblico debba essere affrontato, in quanto si tratta di un servizio che impatta con il diritto alla mobilità delle persone. Passare tuttavia in seconda linea il sistema del trasporto merci, che consente al Paese di garantire competitività per la filiera produttiva, e quindi consumi e occupazione, rischia di essere un errore che pagheremo tutti a carissimo prezzo. Purtroppo tra coloro che partecipano alla competizione elettorale esiste una forza politica che pensa alla “decrescita felice” e pone il trasporto su gomma come “il mostro da estirpare. Senza capire, purtroppo, che il problema non è ostacolare o privilegiare una modalità di trasporto rispetto a un’altra, ma che l’elemento di sviluppo è coniugare le esigenze dell’economia con quelle dell’ambiente. E questo può avvenire solo se si pensa a un sistema di trasporti strettamente connessi tra loro. Conftrasporto contrasterà in ogni modo la visione di chi, probabilmente perché poco a conoscenza di cosa sia una filiera produttiva, sostiene idee che non esistono in alcun Paese al mondo. Come ha riconosciuto anche un giornalista attento conoscitore di questo mondo, Dario Di Vico in un articolo apparso sul Corriere della Sera “ la riorganizzazione dei cicli della produzione diffusi lungo le filiere privilegiano la qualità dei fornitori e quindi il trasporto su gomma appare vincente”. Occorre quindi una nuova governance; innalzare la conoscenza fra i più giovani; rilanciare l’accessibilità competitiva; sburocratizzare, semplificando norme e adempimenti; promuovere soluzioni logistiche sostenibili dal punto di vista ambientale, introducendo meccanismi premianti per chi attua delle soluzioni per maggior sicurezza e minor inquinamento; rendere funzionanti gli uffici territoriali delle Motorizzazioni civili; istituire pattuglie dedicate ai controlli specifici sui mezzi pesanti, al fine di assicurare il rispetto delle regole da parte di tutti. Operatori esteri, nazionali e committenti. Per raggiungere questi obiettivi Conftrasporto si impegnerà direttamente a tutti i livelli con l’obiettivo di coinvolgere più operatori possibili. In gioco i 4 marzo, insieme al futuro del Paese, c’è anche quello di una categoria di imprenditori indispensabili per la vita del Paese.
Paolo Uggé, presidente Fai Conftrasporto e vicepresidente Confcommercio