Troppi camion vecchi sulle strade italiane, solo il 4,2 per cento è stato immatricolato dopo il 2015

“Se è vero che l’economia italiana si sta riprendendo, e tra i vari indicatori di tale ripresa c’è anche l’incremento della domanda di trasporto, sembra lecito domandarsi perché il mercato dei veicoli industriali sia in frenata e, conseguentemente, quali vettori – e con quali veicoli – rispondano all’incremento della domanda italiana di trasporto, non solo internazionale”. Lo dichiara il presidente della Sezione Veicoli Industriali dell’Unrae, Franco Fenoglio, commentando i dati relativi alle immatricolazioni dei veicoli industriali, cresciuti nel 2017 solo del 2,4 per cento. “Siamo in presenza di un’anomalia che dovrebbe far riflettere”, spiega Fenoglio che pone l’attenzione sulla sicurezza stradale e ricorda “le cronache dei primi giorni di quest’anno”, che “hanno registrato un sensibile aumento degli incidenti che vedono coinvolti veicoli pesanti”.

“Il problema della sicurezza della circolazione e del trasporto si affaccia prepotentemente alla ribalta, richiamando ancora l’attenzione sull’importanza del rinnovo del parco non solo per garantirne la sostenibilità ambientale”, spiega Fenoglio. “Si ricordi che l’adozione dei più sofisticati dispositivi di sicurezza è stata resa obbligatoria sugli autocarri dal 1° novembre del 2015”, ma “su un parco di 638.500 veicoli industriali circolanti in Italia, quelli immatricolati successivamente a quella data rappresentano il 4,2 per cento”. “Una percentuale ancora decisamente troppo bassa per garantire un miglioramento sensibile del livello di sicurezza generale. D’altro lato, siamo consapevoli del fatto che ad influire sul livello di sicurezza e di sostenibilità dell’autotrasporto di merci possa essere anche il livello di professionalità dei conducenti che sono alla guida dei veicoli di ultima generazione che circolano sulle nostre strade, le cui potenzialità possono essere pienamente e correttamente sfruttate solo da personale adeguatamente preparato. La situazione di grave carenza di conducenti che si riscontra nell’Europa occidentale e gli abusi nel distacco internazionale di autisti reclutati a basso costo nei paesi dell’est europeo, insieme con il mancato rispetto delle regole sui tempi di guida, contribuisce sicuramente ad aumentare il rischio di incidenti. Unrae”, conclude Fenoglio, “si prepara a collaborare con il prossimo Governo per risolvere questi ed altri problemi che mettono in sofferenza l’autotrasporto italiano, ne minano la competitività e deprimono il mercato dei veicoli industriali, proponendo soluzioni praticabili in sintonia con tutti gli altri operatori del comparto”.

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