Motorizzazioni, disastro senza fine. A Brescia nel 2018 verrà effettuata solo la metà delle revisioni

Nel 2018 la Motorizzazione civile di Brescia  potrà effettuare soltanto il 50 per cento delle revisioni ai veicoli immatricolati e circolanti a Brescia e adibiti a trasporto merci, persone e autobus, e questo nella migliore delle ipotesi. È questa la sconcertante (quanto purtroppo realistica)  previsione  contenuta  nell’appello che il presidente della Fai di Brescia, Sergio Piardi, ha rivolto attraverso una lettera aperta inviata alla stampa. Una lettera che  fotografa  in tutta la sua drammatica realtà il disservizio offerto dall’ufficio pubblico, disservizio che senza interventi immediati si riproporrà anche nei prossimi mesi. Ecco il testo dell’appello del presidente della federazione autotrasportatori bresciana. Nel chiudere questo 2017 vorrei riassumere l’ultimo, frenetico, mese che ha coinvolto la Motorizzazione Civile di Brescia, alle prese con una cronica penuria di funzionari (su un organico di 80 ci sono solo 30 funzionari di cui 3 andranno a breve in pensione) nonostante il reintegro degli otto ingegneri sospesi a seguito di problematiche relative alle revisioni. Insieme al Presidente Regionale Antonio Petrogalli, mercoledì 20 dicembre, abbiamo incontrato il direttore della sede di Brescia, dottor Lorenzo Loreto, per chiedere chiarimenti in merito alle operazioni di revisione per i veicoli pesanti, che hanno l’obbligo di effettuare la revisione ogni anno. In condizioni normali l’appuntamento viene prenotato ed effettuato nello stesso mese, quello di scadenza. Invece, a causa della mancanza di personale, i tempi di attesa si sono allungati: scadenze che dovevano essere evase a dicembre 2017 sono state posticipate a luglio 2018. Questo significa che a luglio 2018 le prenotazioni arriveranno a fine 2019. La conferma l’abbiamo avuta dal direttore: il personale attualmente in forza nel 2018 potrà effettuare soltanto il 50 per cento delle revisioni ai veicoli immatricolati e circolanti a Brescia (trasporto merci, persone e autobus), a condizione – tra l’altro – che si adoperi anche per le sedute esterne, effettuandole nelle ore di straordinario.Sette mesi dall’entrata in vigore della delibera hanno fatto scattare un ritardo di sette mesi, e a gennaio ricomincerà l’iter per i veicoli che devono essere assolutamente revisionati, pena l’impossibilità di caricare: stiamo parlando di circa il 30% del parco circolante bresciano tra veicoli adibiti al trasporto in ADR, trasporti eccezionali, tutti i veicoli impegnati per il trasporto internazionale, tutti i veicoli partecipanti agli appalti delle pubbliche amministrazioni (ecco uno dei paradossi: le amministrazioni chiedono i veicoli revisionati per le attività da loro richieste, ma non danno la possibilità di effettuare le revisioni…) e tutti quelli che devono ripetere la prova (nei 30 giorni dalla prova negativa, come stabilito dal CdS). Dulcis in fundo: da giugno 2018 dovranno essere revisionati anche i mezzi agricoli che vanno su strada, che prima non avevano questo obbligo. Sto mettendo in risalto la situazione bresciana, ma il disagio include anche le sottosezioni lombarde, e altre regioni italiane sono messe ancora peggio. I tagli fatti in questi anni alla spesa pubblica, nel caso della Motorizzazione, stanno solo generando una mancata restituzione di servizi. È bene ricordare che la revisione di questi mezzi viene verificata dai database delle aziende (raffinerie, pubbliche amministrazioni, Anas, ecc…). In caso la revisione non venisse comprovata, per loro non vale il foglio di prenotazione successivo alla data di scadenza e i mezzi sono bloccati. E anche i mezzi pesanti che potranno circolare con la prenotazione, perché lavorano sul territorio italiano, saranno comunque dei mezzi potenzialmente “insicuri”, in quanto tecnicamente potrebbero avere delle anomalie, riscontrabili in sede di revisione. Non possiamo quindi sottovalutare il problema legato alla sicurezza, non solo degli autotrasportatori, ma di tutti gli utenti della strada. Giustamente, in nome della sicurezza, sono stati resi obbligatori sui veicoli alcuni sistemi di frenatura automatica, di distribuzione del peso, di mantenimento delle distanze di sicurezza, del posizionamento ideale in corsia di marcia, e tanti altri sono in procinto di essere montati di serie. Tutto questo ci ha permesso di diminuire drasticamente l’incidentalità, anche se abbiamo pagato lo scotto con l’annullamento dei costi minimi della sicurezza. Non vorremmo rischiare di tornare ai numeri del passato per la mancanza di revisione dei veicoli.  Si parla sempre – e giustamente – di sicurezza sulle strade: la Pubblica Amministrazione predica bene, ma razzola decisamente male quando si tratta di attuare le promesse, è ormai improrogabile un immediato aumento di organico che possa smaltire i ritardi accumulati. Le statistiche raccontano quotidianamente di neo laureati che non riescono a trovare un lavoro, e di come si continui ad insistere con forme di sussidio che non fanno che alimentare uno stato di disoccupazione cronica. Tutti fondi che potrebbero essere investiti in maniera più proficua: da ben due anni il ministro Delrio chiede l’assunzione di 300 ingegneri che aiuterebbero ad alleggerire il carico di lavoro e dare un giusto servizio all’utenza. Ormai però è tardi: se anche dovessero entrare in servizio immediatamente, ci vorrebbe almeno un anno per istruirli e renderli completamente operativi. Pur essendoci la copertura finanziaria per sostenere queste assunzioni ad ogni legislatura qualcuno – che evidentemente si ritiene più intelligente di altri – continua a votare contro questa proposta, e la situazione non solo resta bloccata, ma peggiora. I cittadini, gli utenti, i trasportatori pagano per servizi che non vengono erogati, in barba alla sicurezza! L’alternativa è la terzializzazione alle officine oggi abilitate alle revisioni, per effettuarle senza l’intervento del funzionario, a cui sarebbe affidato il compito di supervisionare i controlli come accade per le vetture e i furgoni fino a 35 quintali. Se per le revisioni la certezza è che da gennaio si confermerà l’aumento dei ritardi, anche gli altri uffici versano in condizioni critiche: a circa 3.000 richiedenti la patente sta per scadere il foglio rosa, e quindi dovranno ripresentare la domanda ex novo. C’è poi l’arretrato degli esami delle patenti superiori C – D – E – CQC e dei patentini ADR le cui prove devono essere effettuate solo da funzionari di un determinato livello e anche in questo caso i richiedenti non hanno nessuna colpa e gli viene impedito di lavorare perché sono privi del documento idoneo. I problemi sono tanti, ma le soluzioni per garantire i servizi alle imprese e la sicurezza ai cittadini ci sono, basterebbe metterle in pratica: non aspettiamo che accadano disgrazie come quella del “Ponte di Annone”. Non sarebbe bello poi trovarci a dire che la F.A.I. l’aveva detto!”