Il pericolo corre a tutta velocità sulle rotaie italiane ma non ci sono i soldi per fermarlo

Il pericolo correva sulle rotaie ma non c’erano i soldi per fermarlo. Si può sintetizzare così quanto emerso dalle indagini della Procura della Repubblica di Trani sul violento scontro frontale tra due treni della Ferrotramviaria avvenuto sulle linee delle ferrovie Bari Nord, tra Andria e Corato, il 12 luglio dell’anno scorso, in cui morirono 23 persone e 51 rimasero ferite, alcune in modo grave. Lo scrivono gli stessi magistrati della Procura della Repubblica di Trani in una nota ,diffusa dalla Polizia di Stato, in cui si legge che “è stato accertato che nel corso degli anni si erano verificate numerose situazioni di pericolo, determinate da errori umani molto simili a quelli verificatisi il 12 luglio 2016, che avrebbero dovuto indurre la dirigenza a predisporre misure urgenti di riduzione e contenimento del rischio, quali l’installazione di un sistema di blocco elettrico automatico, la riduzione delle velocità dei treni e l’aumento della separazione temporale tra un convoglio e l’altro”, ma che purtroppo “queste misure non furono adottate per motivi economici, confidando nel futuro ammodernamento dell’intera linea ferroviaria e accettando, pertanto, nelle more di questo previsto ammodernamento, il rischio di un incidente”. Continua a leggere

Cara Ryanair, l’Italia non è più quella del ventennio fascista, i lavoratori hanno dei diritti

“Forse dovremmo spiegare a Ryanair che l’Italia non è più quella del ventennio fascista e che lo sciopero è un diritto riconosciuto dalla nostra Costituzione repubblicana, di cui possiamo eventualmente mandare una copia al signor O’ Leary per colmare eventuali sue sue lacune in materia. Ad affermarlo è stato Michele Meta, presidente della Commissione Trasporti della Camera dei deputati. Che ha detto di apprezzare gli investimenti internazionali e di volerli incoraggiare, nel caso del trasporto aereo anche con fondi pubblici, ma di non accettare di mettere in discussione i diritti dei lavoratori. Continua a leggere

Marebonus pronto a prendere il largo. Trasportare merci imbarcando i camion conviene

Il Marebonus può prendere il largo. È stato infatti pubblicato in Gazzetta ufficiale ed è entrato dunque in vigore il decreto del ministero delle Infrastrutture che contiene il regolamento con l’individuazione dei beneficiari, commisurazione degli aiuti, modalità e procedure per l’attuazione dell’aiuto economico a sostegno del trasporto merci inserito nella legge di Stabilità per il triennio 2016-2018 allo scopo di sviluppare la modalità combinata strada-mare attraverso la creazione di nuovi servizi marittimi e il miglioramento di quelli già esistenti. Continua a leggere

Uniti One, l’auto elettrica venduta con cinque anni di ricarica gratuita: il prezzo è di 14.900 euro

La spesa è certa: 14.900 euro. Con questa cifra si portano a casa sia un’auto elettrica sia il pieno gratis per cinque anni. L’offerta arriva dalla Svezia, dove la casa costruttrice Uniti ha deciso di lanciare sul mercato, dal 2019, la piccola One, una vettura a zero emissioni con un’autonomia che varia da 150 a 300 chilometri. La Uniti One sarà disponibile in modelli a 2,4 e 5 posti, avrà una velocità massima di 130 km/h e sarà in grado di accelerare da 0 a 80 km/h in soli 3,5 secondi in modalità sport.  Continua a leggere

Ilva, non sbagliamo due volte. Significherebbe “uccidere” due settori in un colpo solo

Nessuno intende certo avallare tentazioni localistiche o mettersi contro scelte che appartengono alla politica e alle scelte aziendali, ma il “caso Ilva” di Taranto, con le possibili conseguenze che gli interventi  portati avanti da amministratori locali possono produrre, non può non imporre delle riflessioni. A Taranto, a distanza di un paio d’anni, si sta ripetendo quanto già successo con Evergreen, compagnia che attraverso la società partecipata Tct, Taranto container terminal, aveva individuato proprio il porto pugliese come base logistica nella quale lavorare il numero maggiore di merci destinate ad approdare con il raddoppio del Canale di Suez. Continua a leggere