La truffa dei Tir stranieri che non usano additivi, inquinano e per di più ricevono aiuti economici

Se è vero che la verità prima o poi viene a galla è altrettanto certo che nell’aria vanno, in quantità industriali, le polveri sottili dei Tir, grazie a una truffa che molti autotrasportatori stranieri continuano a compiere, facendo viaggiare mezzi pesanti che dovrebbero inquinare pochissimo, come i più moderni camion Euro 6, e che invece avvelenano l’ambiente appestando l’aria come i più vecchi Euro 0. Una clamorosa truffa, che permette per di più ai concorrenti sleali stranieri non solo di evitare i costi di rifornimento di additivo ma addirittura di ricevere contemporaneamente rimborsi sulle accise e sui pedaggi autostradali non dovuti, perché riconosciuti attualmente solo ai mezzi almeno di classe Euro 3, denunciata da tempo dai responsabili della Fai, la federazione autotrasportatori italiani, di Brescia, e venuta alla luce grazie a un controllo effettuato dagli agenti della polizia stradale proprio a Brescia. Un’operazione che ha permesso di confermare uno scandalo (oltre che un reato) che avviene ogni giorno su strade e autostrade d’Italia, con moltissimi autisti stranieri che, approfittando di controlli spesso quasi inesistenti, si fanno beffe dei “colleghi” italiani. Professionisti onesti che, pagando di tasca propria, continuano a tenere sotto controllo le polveri sottili, con il risultato, purtroppo, di diventare, per questo (e per colpa di uno Stato che non sa o non vuole tutelarli) ancora meno competitivi sul mercato. Una situazione assurda, denunciata a gran voce in una lettera aperta inviata alla stampa dal presidente di Fai Brescia, Sergio Piardi. Ecco il testo integrale. “Egregio direttore, quale presidente della Fai, Federazione autotrasportatori italiana, di Brescia, vorrei commentare la notizia, pubblicata in questi giorni dai principali mezzi di informazione cartacei e online, dell’autoarticolato polacco “pizzicato” dalla Polizia Locale sulla Tangenziale Sud. Dopo un approfondito controllo delle Forze dell’Ordine – alle quali va un grande ringraziamento per il lavoro svolto – all’autista sono stati contestati il superamento delle guide giornaliere, la mancanza della piombatura del sensore, l’installazione di un congegno di alterazione del sistema antinquinamento e la circolazione con dispositivi antinquinamento non funzionanti. Quello che noi ripetiamo da tempo, anche al Tavolo Aria della Regione Lombardia, è finalmente emerso.  I mezzi pesanti che viaggiano regolarmente sulle nostre strade sono infatti dotati di un dispositivo elettronico che – usato in combinazione con un additivo denominato Adblue miscelato al carburante – consente la trasformazione di buona parte degli agenti inquinanti in anidride carbonica, vapore acqueo e azoto.  Il sistema è dotato anche di un meccanismo di feedback che riduce progressivamente velocità e potenza del veicolo quando scarica un quantitativo di emissioni superiore a quello previsto dalla corrispondente classe Euro di appartenenza.  Tuttavia, esistono delle centraline in libero commercio a basso costo che, collegate al sistema antinquinamento del mezzo, bloccano il consumo dell’additivo e “ingannano” il dispositivo incaricato di ridurre drasticamente velocità e potenza. Il risultato di questa manomissione è che un veicolo pesante dichiarato Euro 6 circola inquinando come un veicolo Euro 0. Si tratta ovviamente di un’operazione truffaldina, con la quale l’impresa, oltre a evitare i costi di rifornimento del liquido AdBlue, riceve rimborsi sulle accise e sui pedaggi autostradali non dovuti, perché riconosciuti attualmente solo ai mezzi almeno di classe Euro 3. Così i vettori stranieri risparmiano 100 euro al mese non utilizzando l’Adblue, riducendo ulteriormente i loro costi che sono già di gran lunga inferiori ai nostri, mentre noi italiani continuiamo a tenere sotto controllo le polveri sottili e a sottostare ai divieti di circolazione! Sono anni che ci scontriamo con questo sistema!  Mi viene da commentare: la verità finalmente viene a galla! La F.A.I. si è sempre battuta in prima linea per denunciare queste irregolarità, che penalizzano non solo i cittadini e l’ambiente, ma soprattutto gli autotrasportatori onesti che si sono impegnati ad investire negli Euro 6 per essere in regola. Purtroppo, troppo spesso, queste operazioni fraudolente vengono sostenute dalla committenza che preferisce affidare le proprie merci ad aziende dell’Est, che magari vengono a caricare con camion comprati due anni fa con i finanziamenti UE che coprivano il 50% del costo del mezzo, e che vengono manomessi per non aggiungervi la AdBlue e così inquinano come un Euro 0. E intanto le aziende italiane, che oltre ad offrire ottimi servizi privilegiano l’ecologia a favore di tutta la comunità, si sentono dire che non sono competitive e sono sempre troppo care! Bisogna premiare l’efficienza e gli investimenti delle imprese italiane che vanno a favore, non solo di tutta la comunità, ma anche dell’aria che respiriamo ogni giorno”!