Il futuro dei trasporti è importante, non può essere affidato a un banale questionario

Una consultazione on line lanciata dal Movimento Cinque Stelle sarà la cartina di tornasole in base alla quale il partito di Beppe Grillo imposterà la propria proposta politica sui trasporti, se gli italiani decideranno di votare per quel partito.  Una scelta nella quale nessuno vuole certo “entrare”, ma che  non può non far riflettere su come, quando si parla di politica di trasporti, si dovrebbero affrontare i molteplici e non certo semplici aspetti  nel loro insieme. Meno “semplicisticamente” di quanto possa avvenire con un pur condivisibile sondaggio. Come? Proprio nelle scorse settimane Conftrasporto ha inoltrato, ai vari partiti compreso il movimento guidato da Beppe Grillo, la richiesta di un incontro, per approfondire i temi al centro della vertenza in atto fra il mondo dell’autotrasporto e il Governo. 

Un incontro che la categoria spera possa avvenire presto, per analizzare a fondo i problemi e far emergere indicazioni per far viaggiare in futuro la politica sui trasporti magari basate magari su conoscenze un pochino più “professionali” di quelle che si presume possano appartenere alla maggior parte dei cittadini  che hanno votato il test proposto sul web dai grillini. Test che, val la pena ricordare,  ha sottoposto all’attenzione dei militanti tre quesiti formulati dal movimento politico: uno sugli aeroporti; uno sul  trasporto merci e il terzo sulla mobilità urbana. Al primo quesito quesito, ovvero “ritieni opportuno eliminare il finanziamento statale agli aeroporti che non raggiungono l’equilibrio finanziario anche se questo dovesse  comportare la chiusura di qualcuno di questi”,  hanno risposto 21.333 persone: 15.410 circa hanno detto sì e 5.923 no. Per quanto concerne invece il trasporto merci, con la domanda  “sei disponibile a incrementare le infrastrutture di collegamento  ferroviario con porti e interporti per favorire la transizione del trasporto merci dalla gomma al ferro?”  su 21.487 votanti  20.816 si sono detti favorevoli e solamente 671contrari. Infine, in materia di mobilità urbana, tema sul quale gli iscritti venivano invitati a “selezionare misure prioritarie per scoraggiare l’uso dell’auto privata a favore del trasporto sostenibile, collettivo e condiviso, indicando tre preferenze”, i  21.305 votanti hanno espresso 60.712 preferenze, indicando, fra le priorità,  la maggiore dotazione di risorse per acquisto mezzi del trasporto pubblico (16.594 voti); gli incentivi agli enti locali limitrofi che fanno rete e forniscono alternative di collegamento con altre modalità di trasporto (15.05(; le modifiche al Codice della strada per favorire la mobilità pedonale, ciclistica (13.078). Numeri e proposte interessanti ma che esigono una riflessione più ampia sul trasporto merci argomento che – forse a qualche grillino sfugge…. – vede fra i primi sostenitori della comodalità  e del trasporto integrato ferro, gomma e mare, proprio gli autotrasportatori. Categoria che  tra le rivendicazioni fatte al Governo ha lamentato guarda caso il mancato avvio delle intese che dovevano trasferire risorse proprio a favorire il trasporto integrato. Certo, domandare a chiunque se preferisce un bel treno pulito a un tir, magari vecchiotto e inquinante, non può che avere una risposta scontata. Come chiedere ad un bimbo se preferisce una caramella o uno scapaccione. Il problema sul quale aprire approfondimenti è come riuscire a realizzare un sistema a rete che generi minor traffico su gomma (tenendo conto delle distanze che non possono essere slegate dal principio della convenienza per l’intero sistema) e che trasferisca via mare quantità maggiori di merci (consapevoli che diviene fondamentale la funzionalità del sistema portuale e retroportuale). Se i tempi di uscita dai porti verso le infrastrutture stradali, ferroviarie o gli interporti non sono adeguate, ci ritroviamo infatti di fronte solo a un insieme di enunciazioni di principi che non producono nulla. Conftrasporto rinnova quindi l’invito, a tutti i partiti compreso quello di Beppe Grillo, al confronto. Nell’interesse dell’economia del Paese che ha l’esigenza di far divenire competitivo il proprio sistema produttivo. E la logistica è la strada più idonea.

Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio