Protesta dei Tir, sotto accusa le associazioni “che non hanno saputo o voluto fare nulla”

C’è chi per tutelare il mondo dell’autotrasporto merci fa molto e chi fa poco o addirittura nulla. E la giornata di mobilitazione nazionale indetta da Unatras il 18 marzo, preludio di uno sciopero nazionale del settore che appare ormai difficilissimo se non addirittura impossibile evitare, ne è stata la conferma, con città dove decine o addirittura centinaia di Tir hanno sfilato e dove sono stati organizzati sit in e dibattiti, e altre dove non è successo niente. A denunciarlo, con una lettera aperta inviata alla redazione di stradafacendo.tgcom24, è un esponente del mondo dell’autotrasporto. 

Un vero e proprio atto d’accusa per chi “non ha saputo o voluto fare nulla” e che, proprio per questo, viene invitato senza mezzi termini a dimettersi. Magari per lasciare il posto ad altri pronti invece a “combattere”, tutti insieme, una stessa battaglia decisiva per le sorti di un settore sull’orlo del baratro. Ecco il testo della lettera. “Non avrei mai voluto scrivere considerazioni simili ma oggi sento il dovere di prendere carta e penna e, dopo aver visto le “due facce della medaglia” della giornata di mobilitazione nazionale dell’autotrasporto del 18 marzo, dire la mia. Ho visto iniziative diversificate e in alcune zone del paese tanti automezzi sfilare. Sarà un caso, mi sono chiesto, che le più significative iniziative siano state effettuate più in alcune zone e meno in altre? Così mi sono informato e la risposte che ho ricevuto mi hanno dato desolazione. Ma la scoperta che tuttavia più mi ha lasciato basito è che a Modena, città dove risiedono ben due presidenti nazionali (Fita – Cna e Confartigianato trasporti) non si è svolta alcuna iniziativa. Anche altre federazioni non mi pare abbiano brillato. Eppure sono sempre le prime a chiedere provvedimenti che interessano solo i loro operatori. Ci sono associazioni i cui rappresentanti si impegnano e operano con capacità indiscussa per portare a casa dei risultati per tutti, bisogna riconoscerlo; c’è chi da decenni si spende anche per richieste che interessano in modo marginale la gran parte delle imprese rappresentate, come accaduto per esempio nel caso delle spese non documentate per i monoveicolari, e che ogni giorno si batte, con intelligenza e tenacia, per conquistare molti altri risultati come quelli ottenuti ai tempi in cui tutti credevamo fermamente che l’ unitarietà della rappresentanza del nostro mondo andasse ben oltre gli interessi l’arrivismo o forse meglio il pressapochismo di qualcuno. Forse chi sta facendo tutto questo dovrebbe lasciare che questi rappresentanti del poco, se non del nulla, se le facessero da soli le loro battaglie. Povero autotrasporto, capace solo di lamentarsi ma incapace di fare qualcosa di concreto, come per esempio sostituire certi leader (ma de che?) chiaramente delegittimati dalla performance di sabato 18 marzo che, se non fosse risultata drammatica definirei ridicola. A loro va il mio invito a dimettersi: così forse potranno avere il coraggio di guardare in faccia colleghi senza arrossire.

Michele Piazzolla