Senza infrastrutture l’economia si ferma. Finalmente l’Italia comincia a capirlo

Se non si connette non si compete. Potrebbe sembrare uno dei tanti slogan che vanno tanto di moda, elaborato sulla base delle analisi svolte in questi ultimi anni da Confcommercio  in materia di trasporto merci e di sviluppo dell’economia del nostro Paese, temi che saranno approfonditi in occasione del  Forum internazionale di Cernobbio in programma il 25 e 25 ottobre a Villa d’Este. Così non è: gli annunci non fanno parte della cultura di Confcommercio ne tantomeno di Conftrasporto, protagonista a sua volta dell’evento in riva al lago di Como. 

Connettere per competere è una concretissima realtà e, per il nostro Paese, un’urgente e vitale necessità che ha recentissimamente trovato conferma in autorevoli interviste, ultima in ordine di tempo quella realizzata con il ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Graziano Delrio apparsa sul quotidiano La Repubblica,  e che è emersa chiaramente anche dai dati che i vari organismi che studiano i processi economici  elaborano. Finalmente in tanti si stanno rendendo conto del legame strettissimo che esiste fra infrastrutture e sviluppo, anche se purtroppo esistono alcuni “Soloni”, più o meno intellettuali, che elaborano filosofie sulle possibilità di realizzare o meno alcune infrastrutture. Esercizio inutile e che rischia di portare l’Italia fuori strada, traguardo che ha ottime chances d’essere raggiunto se  certi “tuttologi” non smetteranno di occuparsi di materie nelle quali sono totalmente impreparati. È il caso del Ponte sullo Stretto di Messina, sulla cui necessità si è disquisito anche recentemente. Conftrasporto ne è una convinta sostenitrice e non può che salutare con piacere la “conversione” di chi prima lo negava e oggi ne è invece sostenitore. È bello pensare  che il ponte sullo Stretto possa davvero entrare nel “Corridoio Napoli-Palermo”, perché è importante, come sostiene il ministro Delrio, connettere l’Italia con i corridoi europei per evitare che il Mezzogiorno  sia scollegato dalle reti europee. Un risultato di quanto sia stato un errore economico interrompere l’infrastrutturazione del Paese emerge del resto da alcuni dati presentati dal World Economic Forum che nell’indice della competitività dei Paesi  assegna al nostro la 44esima posizione per il 2016. L’anno precedente era il 43esimo. Per quanto concerne il mercato del lavoro siamo al 119esimo posto; al 122esimo per il mercato finanziario; al 103esimo per le istituzioni  e per il sistema delle infrastrutture al 25esimo posto. Numeri di cui non c’è esattamente da vantarsi… A Cernobbio anche quest’anno Confcommercio e Conftrasporto presenteranno un quadro di proposte e le rispettive priorità con spirito costruttivo, nella speranza, come nella passata edizione, di poter fornire in modo concreto elementi di valutazione alle scelte che, per altro, il Governo sta assumendo.   “Connettere l’Italia” è la risposta “all’Italia disconnessa” tema sul quale si era sviluppato il confronto di Villa d’Este lo scorso anno.

Paolo Uggé, presidente Fai Conftrasporto e vicepresidente Confcommercio