Tir costretti a fermarsi perché le Motorizzazioni sono in panne: chi ripaga i danni?

Le Motorizzazioni civili sono sempre più in panne e i cittadini sono costretti a pagarne le conseguenze. Un prezzo particolarmente salato se quei cittadini, di mestiere, fanno gli autotrasportatori, costretti spesso a tener fermi i mezzi in azienda proprio per le lentezze di una macchina burocratica incapace di viaggiare alla velocità di chi lavora. A denunciare un nuovo preoccupante rallentamento da parte della “macchina” pubblica, frenata dal malfunzionamento delle Motorizzazioni civili alle quali le nuove trasformazioni decise per le amministrazioni provinciali, competenti in materia, non hanno certo fatto compiere passi in avanti, sono Sergio Piardi e Antonio Petrogalli, presidente e presidente onorario di Fai Brescia, che alla vigilia delle celebrazioni per il 40° compleanno della federazione con più associati d’Italia, oltre 2300, hanno voluto guardare non solo al passato, ma soprattutto al presente e al futuro. 

E nel presente uno dei temi più scottanti è proprio quello della lentezza con cui viaggiano i lavori negli uffici delle Motorizzazioni civili, alle prese con carenza di personale. “Invece di migliorare stiamo assistendo a un continuo peggioramento, al punto che le imprese di autotrasporto non riescono neppure più a revisionare i propri mezzi”, ha affermato Sergio Piardi. “Un’inefficienza che pesa economicamente sempre più sulle imprese del settore”, gli ha fatto eco Antonio Petrogalli. “Qualcuno al Governo, nei ministeri, ha idea di quanto tempo devono perdere gli imprenditori perché la Motorizzazione non funziona? Qualcuno si è mai chiesto quanto denaro perde un’azienda perché un mezzo è costretto a restare fermo giorni e giorni in attesa che uffici pubblici riescano finalmente a far accelerare il lavoro, a viaggiare alla stessa velocità con cui sono costretti a muoversi i privati? È normale che questo Paese debba viaggiare a due velocità e, soprattutto, che chi è costretto a correre debba pagare anche i danni provocati da chi va piano o sta addirittura fermo?  È ore di dire basta a un’anomalia assurda per la quale chi lavora deva pagare i costi dell’inefficienza di un servizio pubblico”.