Palenzona: “È l’ipocrisia di chi non vuol vedere cosa accade sui Tir a uccidere sulle strade”

PALENZONA 1“Lo sfruttamento dei più deboli ai fini di speculazione rende insicure le nostre strade, se non si vuole che pratiche di mercato scorrette scaccino gli operatori sani bisogna finirla con l’ipocrisia. Esistono costi incomprimibili, come quelli per il gasolio e le autostrade, il personale, con orario di lavoro e riposi, l’ammortamento gomme e la manutenzione, i cui minimi vanno riconosciuti: perché sotto un certo livello non si ottimizza  ma si è corresponsabili del disastro annunciato. Non si può continuare ad affrontare problemi seri e strutturali solo in occasione di tragedie  e dopo un po’ dimenticarsene, senza che, oltre allo sdegno, nessun reale cambiamento si verifichi”. 

Sono parole che non lasciano adito a interpretazioni, a meno di essere degli idioti o degli ipocriti, quelle che Fabrizio Palenzona, presidente di Aiscat, Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori, ha utilizzato nel suo intervento inviato al Corriere della Sera e pubblicato dal quotidiano di via Solferino nell’edizione di mercoledì 28 febbraio. Un intervento scritto di getto all’indomani dell’ennesima tragedia (provocata da un camionista ubriaco che sulla Milano Torino ha “assassinato” due persone), all’indomani di un articolo, realizzato proprio sul Corriere da Dario Di Vico,  per denunciare una realtà fatta “di autisti sottopagati, attraverso forme di cooperative fasulle, lavoro interinale estero, intermediari senza scrupoli”, come ha sottolineato lo stesso presidente di Aiscat nel suo intervento, col risultato “d’innescare la bomba che poi si scarica sulla vita dei cittadini. Dario Di Vico ha centrato il problema, mettendo il dito nella piaga senza ipocrisie di circostanza”, ha proseguito Fabrizio Palenzona per il quale è  assolutamente possibile  “far convivere competitività  e sicurezza. modificando alcune leggi per evitarne l’aggiramento e, soprattutto, predisponendo controlli, controlli e controlli”.

6 risposte a “Palenzona: “È l’ipocrisia di chi non vuol vedere cosa accade sui Tir a uccidere sulle strade”

  1. Buongiorno, il problema deve essere visto a monte. Le maggiori responsabili di questi disastri annunciati, sono le aziende che vogliono risparmiare il più possibile, sulle loro merci trasportate. È molto simile alla catena di Sant’Antonio. Pago poco le aziende di trasporto e le stesse sono obbligate a risparmiare sulla manodopera. Autisti sottopagati e mezzi spesso al limite della decenza. I padroncini che un tempo erano il fiore all’occhiello della nostra economia, sono ridotti all’osso e le compagnie di trasporto, usano il terziario proveniente dall’est europa. Personale incompetente e per nulla ligio alle regole. Autisti improvvisati e alcolizzati. Sicuri del fatto che qualsiasi infrazione commetteranno, difficilmente verranno puniti. Spesso li vediamo fermi agli Autogrill con tanto di bottiglie di birra e sigarette, pronti per mettersi in marcia. Tutto questo, a scapito degli autisti italiani che lavorano onestamente. Non vorrei essere frainteso. Il mio non è un discorso contro gli stranieri. Gli incidenti spesso coinvolgono anche gli italiani. Ma credo che la percentuale a sfavore degli stranieri, sia molto alta. Un professionista serio, non accetterebbe mai di lavorare in quelle condizioni e a prezzi così bassi. Se lo fa, sa molto bene cosa le aspetta. I costi sono aumentati in modo impressionante e per portare a casa qualche soldo, bisogna risparmiare il più possibile. E da qui, nasce il tutto. Mezzi sempre meno controllati e a rischio rotture. Pneumatici, spesso ridotti a fili d’acciaio e se ne vedono in giro molti. Tutto questo a scapito di chi si trova d’avanti a loro. Questa è la pura e semplice realtà. Buona giornata. Cordialmente.

  2. Tutto sacrosanto, il Corriere ha fatto un’analisi corretta e senza false ipocrisie. Vogliamo però anche aggiungere che le stesse identiche cose Fai Conftrasporto, per voce del suo presidente, le sta dicendo da anni? Perché in via Solferino hanno aspettato tanto? E gli altri cosa aspettano? Di perdere anche le poche decine di migliaia di copie che vendono gli ex grandi quotidiani?

  3. Forse l’arrivo al Corriere del nuovo editore, Cairo, ha cambiato le regole del gioco? Basta con i paginoni dedicati a tessere le lodi dei soliti amici, vedi Confindustria, e tutti gli altri nel cestino? Forse Cairo, a differenza di molti suoi giornalisti, ha capito che i giornali si fanno per i lettori e non solo per curare le proprie amicizie?

  4. Le principali magagne del settore sono sotto gli occhi di tutti da anni: sostituzione degli autisti nazionali con gli esteri ampiamente sottopagati, delocalizzazione fasulla delle aziende, manomissione fraudolenta dei tachigrafi, utilizzo illegale di mezzi da 100ton per trasporti standard. E per non lamentarsi solo ma per fare delle proposte ecco alcune mie soluzioni semplici e a costo zero 1) agevolazioni (gasolio/autostrade/ecc) legate non solo ai mezzi ma al numero di autisti regolarmente assunti in Italia 2) indetraibilità totale di costo e iva per trasporti effettuati da aziende non dotate della regolarità di impresa o per subvezioni oltre la prima (sia per committenti che spedizionieri) 3) controlli serrati con sequestro e confisca dei mezzi con tachigrafi taroccati o che fanno trasporti di merce normale con mezzi eccezionali. Sarebbe un modo per tutelare e fare crescere le aziende davvero le aziende serie e invece ultimamente crescono solo quelle che applicano gli imbrogli sopra descritti. Ma per quanto???

  5. Buongiorno signor Palenzona, è proprio una vergogna il proliferare di questi mezzi a cui abbiamo assistito negli ultimi anni! Ormai stanno distruggendo il settore siderurgico perché trasportano le merci che fino a ieri venivano trasportare con veicoli ‘normali’. Oggi tanti piccoli padroncini hanno chiuso perché la concorrenza sleale di questi mezzi ha portato a un impoverimento generale del settore. Oggi billette, laminati, tondino, coils vengono trasportati sempre più da questi mezzi ma gli articoli che prevedevano Max 6 pezzi con almeno uno che ne giustificasse l’eccezionalita che fine hanno fatto??? Perché continuano a prenderci in giro? Cosa impedisce di regolamentare il settore? A chi dobbiamo rivolgerci per avere delle risposte?

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