In Italia ci sono 18 centimetri di autostrada per ogni vettura in circolazione, esattamente la metà della media europea. Lo sostiene uno studio del Centro Studi Continental che ha preso in esame il parco circolante e i chilometri di autostrada dei vari Paesi europei. Quello in cui le auto hanno più spazio a disposizione è la Croazia (87 centimetri), seguito da Slovenia (72 cm), Portogallo (66 cm), Cipro (54 cm) e Danimarca (52 cm).

Nella classifica, il nostro Paese è piuttosto in basso ed è seguito solo da Lituania, Repubblica Ceca, Regno Unito, Romania e Polonia. “È opportuno precisare che è impossibile che tutte le autovetture in circolazione si trovino contemporaneamente in autostrada, ma il calcolo dello spazio disponibile in autostrada per le auto circolanti costituisce un indicatore affidabile sullo sviluppo della rete infrastrutturale in relazione al parco circolante”, spiega il Centro Studi Continental in un comunicato. Comunque, all’interno del nostro Paese le differenze sono molte. La regione in cui le autovetture hanno maggior spazio a disposizione è la Valle d’Aosta (84 centimetri), seguita da Liguria (45 cm) e Abruzzo (42 cm). In coda, Lazio (13 cm), Lombardia e Umbria (10 cm) e Basilicata (8 cm). “Il fatto che due regioni in cui il parco circolante è molto sviluppato (Lazio e Lombardia) si trovino agli ultimi posti della graduatoria evidentemente segnala che la rete infrastrutturale ed in particolare l’autostrada non è dimensionata per soddisfare al meglio le esigenze delle vetture in circolazione”, commenta il Centro Studi Continental. “Nella stessa condizione si trovano Marche, Puglia, Campania, Umbria e Basilicata, tutte regioni in cui lo spazio a disposizione in autostrada per le vetture circolanti è minore rispetto alla media nazionale”. Una situazione, spiega il Centro Studi Continental, che ha “conseguenze pesanti per la sicurezza della circolazione, come è intuibile. Infatti se vi fosse a disposizione un maggior spazio per ogni veicolo in circolazione si potrebbero evitare molti incidenti, salvando al contempo anche un buon numero di vite umane”.