Il superammortamento trascina le vendite dei veicoli industriali. A febbraio, le immatricolazioni dei mezzi con massa totale superiore alle 3,5 tonnellate hanno infatti registrato un aumento del 59,8 per cento sullo stesso mese del 2015 (1.830 unità rispetto a 1.145). Nei primi due mesi del 2016 la crescita è stata del 32,7 per cento (dalle 2.589 unità del primo bimestre 2015 alle 3.435 attuali). I dati sono stati elaborati dal Centro Studi Unrae.
In particolare, per i veicoli pesanti con massa totale a terra uguale o superiore a 16 tonnellate, l’incremento del mese è stato del 55,2 per cento, essendo le immatricolazioni passate da 934 del febbraio 2015 a 1.450 nel febbraio 2016. Il cumulato dei primi due mesi indica un incremento del 33,8 per cento (da 2.077 a 2.780 unità). “I primi dati consolidati che è possibile riscontrare”, ha commentato il presidente della sezione Veicoli Industriali dell’Unrae, Franco Fenoglio, “indicano una significativa tenuta delle previsioni effettuate da Unrae. I notevoli incrementi che si stanno registrando sembrano dovuti alle più recenti misure di legge, che hanno portato all’applicazione del cosiddetto superammortamento e, in parte, alle misure di sostegno fiscale, quale il beneficio del credito di imposta per il recupero delle accise sul carburante. Benefici questi ultimi dai quali, tra l’altro, sono stati espressamente esclusi i veicoli Euro I e II dotati di retrofit. Registriamo, pertanto, con soddisfazione l’incremento del mercato rilevato dalle stime effettuate, ma riteniamo prematuri i tempi per esprimere una previsione di tenuta rispetto all’attuale trend. Infatti, da troppo tempo in Italia manca una politica industriale dei trasporti che definisca i necessari interventi strutturali. Aspettiamo, quindi, di verificare gli andamenti del secondo semestre dell’anno. Dopo gli impegnativi investimenti effettuati dai Costruttori per adeguare i veicoli alle più severe norme ambientali e gli sforzi compiuti per assistere i clienti sul piano finanziario, ci troviamo ancora con un parco circolante che è il più anziano d’Europa, con un’età media di oltre 11 anni e una presenza inaccettabile di mezzi obsoleti e ormai poco sicuri, che collocano il trasporto italiano nelle ultime posizioni delle classifiche internazionali”.”Sarebbe di grande utilità”, ha concluso Franco Fenoglio, “la predisposizione da parte del Governo di un adeguato piano di realizzazione delle necessarie misure volte a favorire un’accelerazione al rinnovo del parco circolante che consenta un significativo salto di qualità in termini di benefici ambientali, di sicurezza ed economici”.