Quattordici anni. Tanto è passato da quando sono stati introdotti, con una legge varata nel 2002, gli incentivi per le autostrade del mare la cui rotta è stata purtroppo spesso un susseguirsi di virate e inversioni. Dopo l’approvazione della Commissione europea nel 2005, l’attuazione è stata infatti bloccata nel 2006 per essere ripresa nel 2008, fino ad approdare, nel 2010, alla decisione, da parte degli organismi comunitari, di non autorizzare altri interventi. Oggi, grazie al lavoro svolto dal Governo e dalle federazioni dell’autotrasporto, la possibilità d’incentivare l’utilizzo delle autostrade del mare è di nuovo possibile ma a precise condizioni: che le risorse siano destinate agli armatori che migliorano le linee o ne istituiscano di nuove e che sia trasferito ai trasportatori il 70 per cento degli stessi aiuti economici.
Una nuova virata che ha sollevato perplessità fra i rappresentanti della categoria: per la “destinazione” degli incentivi, che secondo Conftrasporto, dovrebbero essere concessi agli armatori che impiegano a bordo delle navi lavoratori nazionali o comunitari, giudicando del tutto inaccettabile che risorse pubbliche finanzino chi sceglie l’utilizzo di lavoratori extracomunitari perché meno costosi; e per la farraginosità delle procedure, che finirebbero per favorire qualche armatore senza fornire garanzie ai trasportatori. I rappresentanti di Conftrasporto si sono detti d’accordo sul fatto che non possano essere posti limiti alla libertà delle imprese, ma si sono detti altrettanto certi che chi usufruisce di contributi dello Stato italiano deve concorrere a incrementare l’occupazione nazionale o comunitaria e che su questo principio il Governo non potrà che convenire. Dare soldi pubblici a chi prova a intercettare i contributi dello Stato a proprio esclusivo tornaconto sarebbe immorale e la medesima considerazione vale anche per i contributi dedicati al trasporto combinato treno-tir, con finanziamenti destinati alle tratte superiori ai 300 chilometri. L’obiettivo del ministro Delrio è quello di trasferire merci dalla strada al mare o al ferro e non di finanziare attività già funzionanti.
Paolo Uggé, presidente di Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio