Da Londra a Parigi, per arrivare fino a Roma. I tassisti sono sul piede di guerra per il caso Uber. I sindacati hanno proclamato lo sciopero generale della categoria per il 18 marzo con una manifestazione nazionale a Roma alla quale sono attesi più di 10mila autisti provenienti da molte città italiane (in tutto sono circa 50mila). Il corteo partirà dal Circo Massimo e raggiungerà piazza Venezia, passando dal Colosseo e dai Fori.
“Protestiamo contro la deregolamentazione del settore, che favorirebbe oligopoli e multinazionali a discapito del servizio pubblico”, spiegano i sindacati. “Diciamo no agli emendamenti alla legge 21/92, in discussione in commissione al Senato”. Nelle ultime settimane in altre città europee ci sono state proteste dei tassisti contro Uber. A Londra oltre 8.000 Black Cab hanno paralizzato Whitehall, una delle arterie principali della capitale britannica, mentre a Parigi circa 1.500 vetture hanno bloccato gli accessi agli aeroporti di Charles De Gaulle e Orly, scatenando una guerriglia urbana con pneumatici bruciati e lancio di lacrimogeni. Il 18 marzo la manifestazione dei tassisti potrebbe bloccare anche Roma. “È un processo alle intenzioni, il governo e i relatori non si sono ancora pronunciati. E su Uber non è comunque previsto alcun intervento”, commenta il senatore Salvatore Tomaselli, relatore del disegno di legge Concorrenza in discussione alla X Commissione del Senato. “Gli emendamenti fanno parte della libera e autonoma iniziativa dei parlamentari che non può essere messa in discussione né con scioperi preventivi né con accusa infondate. Appena il tema sarà maturo presenteremo le nostre proposte che sono frutto del confronto anche con le associazioni dei rappresentanti dei tassisti. Nessuno vuole deregolamentare o depauperare il settore, il servizio pubblico fornito dai tassisti è fondamentale. Altra cosa è modernizzare l’intero settore del trasporto pubblico non di linea con l’obiettivo di creare un mercato più efficiente e migliori servizi per i consumatori”. Secondo Tomaselli “gli scioperi preventivi non fanno giustizia delle ragioni dei tassisti che sono ben presenti al governo”.