Dieselgate, la scusa per condannare l’auto anche se l’inquinamento non è colpa sua

Lo Tsunami dieselgate? Un maremoto che non solo ha travolto il Gruppo Volkswagen, ma ha di fatto creato i presupposti di un nuovo approccio nei confronti del settore. Un assist millimetrico che ha mandato in gol ecologisti, politici, governi, amministratori locali e tutti coloro che aspettavano solo un passo falso, ma sicuramente non di tale portata, per fare dell’auto (e delle motorizzazioni diesel tout court) il capro espiatorio dei tanti problemi legati all’ambiente.  Parola di Pierluigi Bonora, firma “di peso” del settore motori, che sul Giornale (per leggere l’intero articolo cliccate qui) non ha certo avuto timore a schiacciare sull’acceleratore per denunciare come “il virus delle centraline taroccate” abbia scatenato tutti “contro l’auto in genere, dimenticando la centralità del settore in fatto di economia, occupazione, investimenti e gettito erariale”. E dando vita a divieti, blocchi del traffico, targhe alterne condannati senza appello dalla “firma” dei motori del Giornale: “La scoppola maggiore l’ha presa il Comune di Milano guidato da Giuliano Pisapia: i recenti blocchi del traffico per smog non sono serviti a nulla. I livelli delle polveri, con i sistemi di riscaldamento accesi, sono cresciuti anche con le strade deserte”. La conclusione? “Se prima non si risolvono i problemi infrastrutturali è tutto inutile”.