La quotazione di Ferrovie dello Stato è una grande occasione per far crescere tutti gli asset del gruppo, che andrà messo sul mercato senza ‘spezzatini’ mantenendo pubblico il possesso dell’infrastruttura che andrà però separata dalla gestione della rete. Così il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, attuale azionista unico di Fs ha spiegato su quali linee il Governo italiano intende far viaggiare il processo di privatizzazione sul quale, ha voluto sottolineare, “c’è fortissima identità di vedute con il ministro alle Infrastrutture e ai trasporti Graziano Delrio e con l’intero Governo”. Davanti a deputati e senatori, in una doppia audizione, Padoan ha di fatto avviato il processo di “separazione” della rete, che potrebbe però non avvenire entro l’anno, ma solo “quando le condizioni di Borsa o il livello di efficientamento del gruppo, lo permetteranno”. “Avverrà invece nel 2016 la privatizzazione, per rispettare gli impegni presi in sede europea per l’abbattimento debito”, come ha ricordato lo stesso Padoan, aggiungendo che “i tempi dovranno essere coerenti con il processo di valorizzazione e sviluppo del piano industriale, portando a risultati visibili e permettendo in misura ottimale di ottenere proventi da questa valorizzazione”. Risultati migliori di quelli attuali che vedono sì, come ha ammesso il ministro, “l’Alta velocità migliore d’Europa, ma anche gravi carenze da colmare, a partire dai servizi ai pendolari”. Un fiume di lavoratori che si spostano sui binari e ai quali proprio il processo di alienazione di una quota fino al 40 per cento del gruppo, portando con sé un rilancio degli investimenti, dovrebbe permettere di poter finalmente contare su un servizio migliore di quello attuale spesso scarso, a volte ai limiti dell’indecenza.