L’emergenza smog non si risolve bloccando le auto. Ecco la “ricetta” dell’Aci

“I dati sulla qualità dell’aria nelle città italiane dimostrano ancora una volta che i problemi non si risolvono bloccando le auto, perché ai veicoli è imputabile solo una piccola parte delle emissioni inquinanti. Soprattutto in questo regime di emergenza bisogna puntare il dito su altre fonti inquinanti. In una strategia di lungo periodo è comunque evidente che anche l’automobile può dare il suo contributo se inquadrata in una logica sistemica, oggettiva e senza pregiudizi”. Lo ha dichiarato  il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani, commentando l’andamento dello smog urbano dopo gli ultimi provvedimenti sulla mobilità privata. “Ancora una volta risulta evidente che gli interventi difformi sul territorio non servono senza un coordinamento nazionale che per la mobilità va incardinato su quattro punti, anche in considerazione del fatto che il nostro parco circolante è tra i più vecchi in Europa”, ha continuato Sticchi Damiani. “Occorre incentivare l’acquisto di auto nuove o usate a minore impatto ambientale; favorire la rottamazione dei veicoli vecchi più inquinanti (oggi 1 auto su 4 è pre Euro3), salvaguardando le vere auto d’epoca attraverso una lista chiusa di modelli storici, come quella stilata da Aci; potenziare anche qualitativamente il trasporto pubblico locale; sostenere l’offerta di carsharing non solo a Roma e Milano, ma anche nelle realtà urbane meno estese come Verona, Firenze e Bari dove Aci offre già un servizio di auto condivise, anche elettriche”. La linea evolutiva della mobilità punta già oggi sull’elettrico, che l’Automobile Club d’Italia presidia da tempo con azioni di sensibilizzazione (la più recente IoSonoElettrica, sviluppata con Mercedes ed Enel ha attraversato il Paese avvicinando istituzioni e cittadini), formazione (nei centri Aci di Vallelunga e Lainate-Arese sono stati definiti i nuovi protocolli di guida sicura per le auto elettriche) ricerca (nei prossimi giorni sarà siglato un accordo con il Politecnico di Milano per la mobilità e la sicurezza stradale) e sviluppo (la rete di ricarica nella Capitale è stata ideata nel 2007 da Aci Consult, società dell’Automobile Club d’Italia che collabora con i più importanti operatori nazionali nelle attività di progettazione, installazione e manutenzione delle colonnine). In merito all’ipotesi di ridurre il limite di velocità a 30 chilometri orari in città e a 110 in autostrada per motivi ambientali, Sticchi Damiani ha concluso: “lo smog non si riduce bloccando le auto, tantomeno rallentandole. Ogni proposta di questo tipo ci lascia perplessi, anche per la difficoltà di garantire il rispetto della norma e per il rischio di aggravare la congestione urbana. L’unico risultato immediato sarebbe l’aumento delle multe a scapito degli automobilisti: non ne beneficerebbe l’ambiente ma solo le casse dei Comuni”.