Pensare a un blocco della circolazione privata per contrastare la morsa dello smog nelle città italiane è un po’ come pensare di curare con un brodo caldo un grave problema di salute? Quello che occorre è ben altro? Sono in molti a pensarlo. Fra loro c’è sicuramente, da tempo, il vicepresidente nazionale di Confcommercio Paolo Uggè che intervenendo sul dibattito acceso in tutta Italia non si è però limitato a constatare come “targhe alterne o blocchi della circolazione privata adottati in ordine sparso da singoli Comuni non rientrino, purtroppo, tra le misure risolutive”. Ricordando come “Confcommercio da diversi anni chieda, restando purtroppo inascoltata, un Piano nazionale per l’efficienza e la sostenibilità della mobilità urbana”, Paolo Uggè ha invitato tutti a un’importante riflessione a monte: quella su “un’attenta valutazione dei costi-benefici che porti all’adozione solo di quelle misure oggettivamente più efficaci nel contrasto degli inquinanti e con gli impatti meno negativi sulle ordinarie attività di imprese e cittadini”. Tutto questo anche “alla luce dei risultati di uno studio degli anni 90 che individuava in media in un autobus operativo a Milano una potenzialità inquinante oltre 2000 volte superiore a quella di un’automobile”. La conclusione? “Fermo restando che le previsioni di alcuni climatologi che anticipano scenari catastrofici andrebbero prese con le molle e che la caccia all’untore contro i veicoli privati andrebbe, quantomeno, riconsiderata, non c’è dubbio che i provvedimenti emergenziali da adottare per fronteggiare questa situazione straordinaria dovrebbero prevedere misure oggettivamente più efficaci nel contrasto degli inquinanti e con gli impatti meno negativi sulle ordinarie attività di imprese e cittadini”. Scelte ben diverse di un semplice provvedimento che faccia viaggiare a targhe alterne…