Sicurezza in retromarcia: il Governo taglia le visite sui camionisti ubriachi o drogati?

Le poche righe stampate in copertina,  sul documento che il ministero della Salute ha inviato alla Presidenza del Consiglio, parlano di uno “schema d’intesa (…) sul documento “Indirizzi per la prevenzione d’infortuni gravi e mortali correlati all’assunzione di alcolici e di sostanze stupefacenti, l’accertamento di condizioni di alcol dipendenza e di tossicodipendenza  e il coordinamento della azioni di vigilanza”  del Comitato per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive e di vigilanza in materia di sicurezza sul lavoro”, e potrebbero lasciar ipotizzare perfino qualche buona “manovra” di fine anno per una maggiore sicurezza sulle strade. La verità rischia d’essere però purtroppo un’altra, ben diversa.Il documento conterrebbe infatti proposte che, se confermate, viaggerebbero  in direzione opposta alla sicurezza stradale. Ipotizzando, per esempio che i controlli medici sugli autisti dei tir, in programma attualmente una volta l’anno, possano essere effettuati, in futuro, una volta ogni tre anni. O, addirittura, che i controlli possano riguardare, sempre in un futuro molto prossimo, solo quei camionisti e quei camion che trasportano merci pericolose. Come se un Tir carico di decine di tonnellate di merci e guidato da un autista sotto l’effetto di alcol e droga non rappresentasse una vera e propria bomba a orologeria pronta a esplodere sull’asfalto e a far del male a degli innocenti… Proposte per “semplificare” e , soprattutto, per tagliare i costi?  Il rischio sarebbe però quello di moltiplicare esponenzialmente incidenti, feriti, morti (e dunque costi)…