Colpita e affondata prima ancora del varo inaugurale? Un fatto è certo: non è salpata col piede giusto la riforma dei porti del Governo Renzi già bocciata dalla Corte Costituzionale, che con la sentenza numero 261 ha praticamente lanciato un silurato contro l’eccessivo centralismo del Governo Renzi. Accogliendo il ricorso presentato dai gli amministratori della Regione Campania contro la parte del Decreto Sblocca Italia che esclude le Regioni dalle decisioni sul Piano dei porto e della logistica, i giudici costituzionali hanno di fatto stabilito che il Piano dei porti e della logistica, piano strategico nazionale ideato con l’obiettivo di “accrescere la competitività del sistema portuale e logistico marittimo italiano e di agevolare la crescita dei traffici delle merci e delle persone e la promozione dell’intermodalità nel traffico merci, anche in relazione alla razionalizzazione, al riassetto e all’accorpamento delle Autorità Portuali esistenti”, deve invece essere sottoposto all’approvazione della Conferenza Stato-Regioni, così come stabilisce il terzo comma dell’articolo 117 della Costituzione in materia di porti e aeroporti.