Merci via mare, Italia a picco: 18 giorni per l’import/export, siamo i peggiori d’Europa

L’Italia è il Paese peggiore d’Europa per quanto riguarda il tempo medio necessario per l’import/export via mare: in media un cargo impiega più di 18 giorni per entrare o uscire dal Paese. È uno dei parametri che posiziona l’Italia nella coda dello “scoreboard” della Commissione europea che misura le performance delle varie nazioni nel settore dei trasporti. L’Italia è quart’ultima, trascinata a picco non solo dai tempi per l’import/export via mare, ma anche dalle infrazioni aperte, dal traffico e dalla bassa soddisfazione dei consumatori. Peggio di noi soltanto Grecia, Polonia e Romania.

Secondo le analisi di Bruxelles, il rating per le infrastrutture è leggermente sotto la media Ue, ma è peggiorato rispetto alla valutazione precedente. In media con tutti gli altri il completamento delle Ten-T. Negativa anche la situazione del traffico: gli italiani passano nelle strade congestionate 38,73 ore all’anno, mentre in media gli altri cittadini Ue fanno 30,96 ore di coda l’anno. Consoliamoci, non siamo i peggiori: il primato è di Malta con 70 ore, seguita da Grecia con 41 e Gran Bretagna con 39. Un altro record negativo il nostro Paese lo conquista, assieme alla Spagna, sul livello di soddisfazione dei cittadini nei confronti dei trasporti, sia urbani (quelli considerati peggio) sia ferroviari (anche se vengono considerati in miglioramento negli ultimi anni) sia aerei. Il quadro negativo è completato dal numero relativamente elevato di casi pendenti alla Corte di Giustizia Ue per infrazioni delle norme europee, la maggior parte delle quali su questioni marittime (è prima in Europa), di ferrovie e aviazione. Mentre il numero di queste ultime è rimasto invariato negli ultimi due anni, le infrazioni su questioni marittime e ferroviarie sono aumentate. In generale, però, è aumentata la trasposizione delle direttive in materia di trasporti. Secondo Bruxelles, c’è un aspetto sul quale il nostro Paese eccelle: in Italia c’è infatti il più alto numero in Europa di auto “verdi”, a carburante alternativo, grazie alle vendite di veicoli Gpl e a gas naturale. Punteggio alto anche per l’elettrificazione della rete ferroviaria, superiore al 70 per cento.