La politica viaggia lentamente rispetto all’economia: acceleri o sarà la fine

“Il Governo e il mondo della politica e delle istituzioni in genere devono capire che il mondo economico viaggia a un’altra velocità rispetto a quella dei provvedimenti ministeriali, bisogna muoversi con i tempi delle aziende, in modo rapido, praticamente in tempo reale, sennò si è fuori dal mercato”. Ad affermarlo è  Sergio Piardi, presidente della Fai Conftrasporto di Brescia che davanti alla platea degli associati riuniti nella sala convegni di Ubi banca di Piazza Almici per l’assemblea annuale ha espresso “grande fiducia del documento recentemente pubblicato dal ministero dei Trasporti nel quale Graziano Del Rio definisce gli atti di indirizzo per le priorità da affrontare nel 2016”, ma anche  “qualche dubbio, credo legittimo, sulle tempistiche. Perché, ha denunciato Sergio Piardi, “ammesso che non si tratti di sole promesse e pura propaganda, cosa che non ci potremmo assolutamente permettere, bisogna agire con tempestività”. Proprio perché “ il mondo economico viaggia a un’altra velocità rispetto a quella dei provvedimenti ministeriali”. E per chiarire meglio il concetto, Sergio Piardi ha fatto un esempio: l’apertura del raddoppio del canale di Suez. “Che senso ha occuparsene adesso?”,  si è domandato il presidente della Fai bresciana? “ Perché chiedersi ora cosa si può fare per trarre guadagno da un fatto di simile rilievo? I lavori non sono stati compiuti dall’oggi al domani, si poteva e si doveva inserire il raddoppio del Canale di Suez in un documento di priorità nel 2013, al massimo nel 2014”. Tempi rapidi, dunque ma anche certezze per poter programmare. “Il mondo dell’autotrasporto non può essere sostenuto economicamente per sempre, deve essere messo in condizioni di riprendersi e poi di camminare con le proprie gambe”, ha aggiunto Sergio Piardi, “e perché ciò possa accadere servono risposte, anche economiche da principio, ma che siano certe e definitive. Promettere interventi, concederli e dopo tre mesi toglierli, totalmente o parzialmente, impedisce alle aziende qualsiasi tipo di programmazione. Oggi tanti imprenditori, che pure vorrebbero crescere e investire, restano immobili o titubanti. Non si fidano. Basti pensare a quello che è accaduto quest’estate con le deduzioni forfettarie. Erano stati presi precisi impegni dal ministero, con tanto di conferme degli importi. All’inizio di luglio tutto è stato rimesso in gioco con drastiche riduzioni degli importi, nello sconforto più generale delle piccole imprese. Solo con l’intervento compatto delle sigle dell’autotrasporto, la Fai in prima linea, che hanno minacciato il fermo, si è ottenuto di riavvicinarsi alle cifre promesse! Ma come si può lavorare così. Come si può fare investimenti così? E adesso? Con il rischio, pare molto concreto, che vengano ridotti i rimborsi delle accise sul gasolio? Eppure una legge ce li garantisce per tre anni. L’aiuto ai trasportatori, che sono comunque penalizzati da costi  incomprimibili molto più alti rispetto al resto d’Europa,  non può durare per sempre, deve avere una scadenza, lo so e lo ribadisco, ma essa deve essere successiva all’armonizzazione di questi costi  a livello europeo. Solo così le imprese avranno potuto strutturarsi con solidità e potranno andare avanti da sole”. E solo risolvendo problemi come quelli “dei costi più alti rispetto al resto d’Europa, della burocrazia soffocante, dei rapporti problematici, della mancanza di coordinamento, di leggi disattese che”, ha concluso il presidente di Fai Conftrasporto Brescia, “ non sono in generale frutto della crisi odierna ma sono sotto gli occhi di tutti da anni se non decenni”.