Una nuova fiscalità per l’auto, il piano di Federauto per aumentare le vendite

“Serve con urgenza una nuova fiscalità sugli autoveicoli, sia per i privati sia per le aziende, per favorire il rilancio del settore a costo zero per lo Stato”. Lo ha detto il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi, alla Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato in occasione della presentazione della ricerca ‘Il settore automotive nei principali Paesi europei’ di Unioncamere e Prometeia. Secondo il piano illustrato da Federauto, in tre anni il settore potrebbe crescere in un ulteriore 23 per cento (996mila unità) senza gravare sulle risorse pubbliche.

“Se il 2015 confermerà il trend di crescita attuale l’anno si chiuderà a circa 1.500.000 auto immatricolate, registrando un +15 per cento. Peccato che questo volume ci riporti indietro di 35 anni: era il 1980 quando l’Italia esprimeva questi numeri”, ha spiegato Pavan Bernacchi. Per questo serve una nuova fiscalità sulle auto. “Un’aliquota Iva agevolata per i privati, con beneficio decrescente, potrebbe generare in un triennio 756mila immatricolazioni aggiuntive, mentre il credito o deduzione d’imposta innescherebbe un’ulteriore domanda di 210mila vetture delle partite Iva. Il tutto sostenuto dalle conseguenti maggiori entrate fiscali e il minor ricorso a misure quali gli ammortizzatori sociali”. Federauto ha ricordato che “nel mondo della sola distribuzione si sono persi 20mila addetti. Una cifra che sale a oltre 200mila considerando anche le case automobilistiche, le officine, i fornitori e l’indotto allargato: 20 volte in più rispetto al dramma occupazionale dell’Ilva di Taranto; ma nel disinteresse generale. Ciononostante il settore vale ancora l’11 per cento del Pil, occupa 900mila addetti e partecipa alle entrate fiscali per il 16 per cento”.