Traghetti, i trasportatori pagano in anticipo ma loro verranno saldati a 100 giorni

russo ciroÈ normale che le imprese di autotrasporto siano obbligate ad anticipare i costi per il trasporto via mare dei propri camion quando, nella migliore delle ipotesi, potranno ottenere il pagamento delle proprie commesse a distanza di 100 giorni? La risposta è evidente: no. Ma nonostante l’evidenza, la realtà resta questa. E questo continua a succedere nonostante ci sia chi da anni cerca di correggere questa distorsione. Come Ciro Russo, segretario di Fai Conftrasporto Napoli, che intervistato dal mensile Trasporto Commerciale nell’ambito di un’inchiesta sul trasporto merci via mare che sarà in edicola a inizio agosto, ha voluto sottolineare una volta di più questa “anomalia”. “Come Federazione autotrasportatori italiani da anni cerchiamo di correggerla, ma le questioni di mercato difficilmente si rettificano con le leggi”, ha affermato Ciro Russo aggiungendo che “fatta questa premessa occorre ricordare l’impianto normativo di cui dispongono le imprese per poter avanzare le proprie legittime richieste: con l’azione diretta, legge 127/2010, articolo 7 ter,  l’intera filiera  è corresponsabile per i pagamenti  nei confronti dell’autotrasportatore che li ha eseguiti e  con lo stesso impianto normativo sono stati fissati per legge i termini di pagamento a  60 giorni con delle sanzioni importanti per chi non rispetta”. Fra le possibili soluzioni per aiutare il mondo dell’autotrasporto a non essere penalizzato durante l’estate, quando ovviamente gli armatori tendono a privilegiare i vacanzieri per alimentare l’industria del turismo, il segretario di Fai Conftrasporto Napoli ha invece proposto una differenziazione degli orari delle tratte e degli utilizzatori, magari privilegiando in alcuni orari le imprese di autotrasporto e in altre lo spostamento dei turisti.