Perché l’Italia non “vara” una compagnia di navigazione riservata ai Tir e al trasporto merci? La proposta emerge da un’inchiesta realizzata dal mensile Trasporto Commerciale in edicola da inizio agosto dedicata alle autostrade del mare, “alternativa al trasporto merci su gomma di cui si parla da tanto tempo senza però che i risultati concreti siano proporzionali alle parole”, e soprattutto “alternativa che diventa ancora più complicata d’estate, quando gli armatori preferiscono caricare a bordo dei propri traghetti le auto dei vacanzieri, meno ingombranti e ben più remunerative dei Tir che diventano così clienti di serie B nonostante siano quelli che, nel resto dell’anno, nelle stagioni morte per i collegamenti con le isole, rappresentano la continuità del lavoro”, come sottolinea Daniella Rodeschini, autrice dell’inchiesta. Una possibile soluzione “emersa” insieme alla proposta di “differenziare gli orari delle tratte e gli utilizzatori, magari privilegiando in alcuni orari le imprese di autotrasporto merci e in altre lo spostamento dei turisti”, per assicurare un servizio regolare anche nei mesi estivi a centinaia di migliaia di lavoratori altrimenti costretti a subire ritardi pesantissimi, soprattutto sotto il profilo economico. Un’ipotesi, quella di creare una compagnia di navigazione che si dedichi d’estate prevalentemente al trasporto merci, che per passare dalle parole ai fatti avrebbe ovviamente bisogno di una cordata d’imprenditori pronti a investire. Ipotesi remota sopratto in tempi di crisi? Non troppo, come ha confermato il presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio Paolo Uggè. “Premesso che è assolutamente comprensibile come gli armatori nel periodo delle vacanze estive siano propensi a privilegiare il carico a bordo dei propri traghetti di auto di turisti, considerato anche l’immenso valore che l’industria del turismo ha per il nostro Paese, l’idea di una cordata che potesse lavorare al progetto di far nascere una compagnia di navigazione che privilegiasse il trasporto merci era nata proprio dai nostri operatori”, ha detto Paolo Uggè, “ma purtroppo è rimasta tale. Destino impossibile da cambiare quando le buone proposte non trovano il supporto di chi governa il Paese e in particolare di chi non perde ogni occasione, come nel caso del trasporto combinato, per sostenerne a gran voce lo sviluppo nei convegni per poi non passare ai fatti concreti”. Paolo Uggè ha anche ricordato come lui stesso, nelle vesti allora di sottosegretario ai Trasporti di due governi guidati da Silvio Berlusconi, avesse lavorato “per realizzare questa proposta elaborando il testo del decreto con la dottoressa Clara Ricozzi e con il professor Rocco Giordano. La proposta prevedeva che gli aiuti fossero dati a chi garantiva l’offerta al trasporto pesante e gli sconti assicurati all’autotrasporto. Ma quando arrivarono “quelli che parlano e basta” il tutto si annacquò. E purtroppo”, ha concluso amaramente Paolo Uggé, ” le cose non sono mutate neppure con il Governo “innovatore” . Sull’acqua così come su rotaia, visto che in questi mesi ho avanzato l’idea di utilizzare di notte i binari dell’alta velocità per far transitare i treni completi di merce con lo stesso identico sconfortante risultato. La triste verità è che coloro che dovrebbero guidare questi processi hanno lasciato cadere la proposta. Proprio come quella a suo tempo inserita nel decreto sulle Autostrade del mare. Recentemente ho letto che il ministro ai Trasporti e alle Infrastrutture Graziano Delrio parla di alta capacità ferroviaria. Noi il progetto lo abbiamo e ci sono pure gli imprenditori. Siamo disponibili”.