Dal 2008 al 2012, l’autotrasporto ha perso 27mila posti di lavoro. Impieghi che in molti casi spariscono a causa della concorrenza delle imprese di trasporto dei Paesi dell’Europa dell’Est. I dati relativi all’occupazione nel trasporto merci emergono dal rapporto “Analisi e previsioni per il trasporto merci in Italia” realizzato dall’Ufficio studi di Confcommercio e presentato a Roma durante il convegno “L’Italia disconnessa”.
Il 97 per cento della caduta occupazionale del settore trasporto merci tra il 2008 e il 2012 è perdita di posti di lavoro nell’autotrasporto (27mila unità su 27mila e 900). “Se c’è interesse alla tenuta occupazionale nel settore del trasporto di merci”, si legge nel rapporto di Confcommercio, “occorre mitigare proprio la crisi dell’autotrasporto, che, più che gli altri comparti del settore, sopporta, non soltanto nei traffici internazionali ma anche nei traffici interni, pressioni concorrenziali spesso inique da parte di operatori esteri”. Imprese più piccole e lavoratori indipendenti sono quelli che hanno subito i danni maggiori: dei 27mila e 900 occupati scomparsi nel complesso del trasporto merci, oltre l’83 per cento erano lavoratori indipendenti. “Qui si ripropone la solita questione della micro e piccola impresa italiana”, spiega il rapporto di Confcommercio. “Troppo piccola e quindi poco produttiva. Le possibilità sono due, e non si escludono a vicenda. È vero che le piccole possono diventare più grandi, ma non succederà per decreto. Occorre farsene una ragione. D’altra parte se si rimuovessero i diversi gap di contesto che vincolano la crescita della produttività delle micro e piccole imprese, a parità di taglia potremmo osservare una maggiore produttività per addetto, colmando in parte le differenze di prodotto per addetto nel settore rispetto ai nostri partner internazionali. La strada della crescita di produttività a parità di taglia è più semplice e più logica di quella che invoca la modificazione della taglia media dell’impresa. Quest’ultima, probabilmente, seguirebbe rispetto al primo percorso, per intraprendere il quale è necessario che le istituzioni offrano soluzioni praticabili al problema della concorrenza sleale nell’autotrasporto, la cui sistemazione creerebbe benefici a tutto il settore del trasporto merci e della logistica in Italia”.