Autorità di regolazione dei trasporti. Chi era costei? E, soprattutto, per quale scopo era stata creata e a cosa serviva? Forse solamente per prelevare nuovo denaro, sotto forma di nuove tasse, dalle tasche degli autotrasportatori italiani come se la categoria non avesse già dato abbastanza? A porre la domanda, intervenendo al convegno “L’Italia disconnessa” organizzato a Roma da Confcommercio, è stato il segretario nazionale di Conftrasporto, Pasquale Russo, che nel sottolineare come l’Autorità abbia reso obbligatori nuovi contributi per quelle imprese che superano una certa quota di fatturato, si è domandato (e soprattutto ha domandato al Governo) “c’era davvero bisogno di una nuova gabella? E se sì, è possibile sapere almeno come vengono utilizzati i soldi incamerati?”.
Una risposta attesa da molti operatori del settore, con l’augurio che arrivi. “Perché questo Governo”, ha proseguito Pasquale Russo, “ci ha abituati a non dare risposte. Siamo molto preoccupati per come si sta comportando con le associazioni, perché questo è un Governo che non sembra essere mai pronto ad ascoltare chi lavora. Non vuole perdere tempo con le associazioni? È una scelta. Ma non può continuare a non rispondere ai 27.900 lavoratori che, come rivela l’analisi della situazione elaborata dai responsabili di Confcommercio, hanno perso il posto di lavoro dal 2008 al 2012. Alle imprese ora vengono chiesti nuovi soldi da versare nelle casse di una Autorità che non sappiamo neppure esattamente cosa faccia. O meglio lo sappiamo troppo bene: incamera soldi presi agli autotrasportatori che, per essere competitivi, di tutto avevano bisogno tranne che di una nuova gabella”.