Il Sistri non funziona: perché allora costringere le imprese di autotrasporto a pagarlo iscrivendosi al sistema di tracciabilità dei rifiuti entro il 1° aprile? In un Paese “normale” non ci sarebbe stato alcun bisogno di porre una domanda, ma l’Italia, evidentemente, non è un Paese normale, visto che il suo Governo ha comunque deciso di obbligare migliaia di imprese di autotrasporto, spesso già in gravissime difficoltà economiche, a pagare un servizio che non ha mai funzionato, non funziona e non potrà funzionare ancora per molti mesi, considerato il fatto che il bando per progettare un nuovo sistema verrà fatto solo la prossima estate. Una situazione assurda, per la quale nessuno (tantomeno il Governo) potrebbe essere giustificato, che Unatras e Anita hanno deciso di denunciare pubblicamente attraverso una lettera aperta pubblicata sull’edizione di venerdì 6 marzo de Il Giornale e nella quale le associazioni di categoria ricordano tutte le “bocciature” emesse contro il Sistri: a partire da quella del sostituto procuratore antimafia Catello Maresca, per proseguire con quella della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti fino a quella, clamorosa, dell’attuale ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti che l’11 agosto 2014 ha riconosciuto come “il Sistri sia un sistema di tracciamento obsoleto che va sostituito”. Clamorosa perché pronunciata da un esponente di quel Governo che, per un sistema totalmente fallimentare, ha comunque chiesto il pagamento.