Nel mirino ci sono Panda e Golf, modelli celebri che, secondo Altroconsumo, consumerebbero più di quanto dichiarato. Secondo i test di Altroconsumo, la differenza tra valori dichiarati e valori misurati in laboratorio è tra il 20 e il 25 per cento per la Fiat Panda con motorizzazione 1.2 benzina, in media del 50 per cento per la Volkswagen Golf 1.6 TDI BM 77 KW. Per questo motivo, Altroconsumo ha avviato due class action contro Fca e Volkswagen, depositando gli atti di citazione in tribunale.
Secondo Altroconsumo, che parla di “consumi auto bugiardi”, stimando una percorrenza annua di 15.000 chilometri un consumatore potrebbe ottenere un rimborso di 239 euro se possiede la Panda 1,2 e di 502 euro se ha una Golf 1.6TDI. “Fca e Volkswagen hanno cercato di bloccare l’azione diffidando Altroconsumo dal diffondere ulteriormente notizie, valutazioni ed apprezzamenti su questo dossier che lederebbe la loro immagine. Noi tiriamo dritti convinti della bontà delle nostre analisi tecniche e giuridiche, saranno ora il Tribunale di Torino e di Venezia a decidere”, dichiara Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo. L’associazione cita un’indagine svolta nel novembre 2014 dall’Istituto di ricerca inglese “Emissions Analytics”, secondo la quale i consumi dichiarati dai costruttori di auto sono in media del 18 per cento inferiori rispetto a quelli reali, con differenze che si attestano intorno al 36 per cento nel caso di vetture di piccola cilindrata. Negli Stati Uniti il 3 novembre 2014, l’Epa, Environmental Protection Agency (l’Agenzia statunitense per la difesa dell’ambiente) ha annunciato di aver raggiunto un accordo transattivo con i produttori Kia e Hyundai che avevano violato il ‘Clean Air Act’, ponendo in commercio circa 1,2 milioni di auto con consumi superiori rispetto a quelli certificati dalle case costruttrici presso la stessa Epa. I produttori dovranno pagare una sanzione civile di 100 milioni di dollari a cui si aggiunge un impegno finanziario per ulteriori 50 milioni di dollari da spendere in misure per prevenire future violazioni. Sempre nel 2014, inoltre, Hyundai e Kia hanno definito in via transattiva una serie di class action promosse nei loro confronti da consumatori statunitensi e canadesi. Ora è la volta di questa class action, la prima del genere in Italia e in Europa.