L’Ivass mette nel mirino i siti di comparazione delle tariffe Rc auto. Secondo un’indagine dell’Istituto di vigilanza sulle assicurazione ci sono criticità “di trasparenza e correttezza”. L’Ivass chiede correttivi entro il 31 gennaio 2015. L’indagine ha preso spunto dalla forte diffusione della comparazione on line di prodotti assicurativi nel settore Rc auto (circa 12,9 milioni di preventivi effettuati nel 2013 attraverso sei siti operanti in Italia). Dalle verifiche sono emersi “diversi profili di criticità per i consumatori”.
“I siti comparano solo (o prevalentemente) i prodotti di poche imprese con cui hanno concluso accordi e da cui percepiscono provvigioni in relazione a ciascun contratto stipulato attraverso di essi”, si legge nel comunicato dell’Ivass. “Il numero delle compagnie pubblicizzate è in genere superiore a quello delle imprese effettivamente confrontate e la comparazione è basata esclusivamente sul prezzo e non tiene conto delle diverse caratteristiche dei prodotti in termini di massimali, franchigie, rivalse ed esclusioni. Ciò comporta il confronto di prodotti disomogenei e non sempre adeguati alle esigenze assicurative dei consumatori, rischio amplificato dalla diffusa pratica dell’abbinamento automatico di coperture accessorie non richieste dall’utente”. In più, denuncia ancora l’Ivass, “i siti fanno largo uso di messaggi pubblicitari formulati in modo da ingenerare nei consumatori il convincimento di poter ottenere notevoli risparmi (“fino a 500 euro”) e di acquistare il “miglior prodotto” o di rivolgersi alla “migliore impresa”. Non indicano tuttavia i criteri di valutazione dei prodotti e delle imprese né le basi di calcolo del risparmio promesso”. Per questo l’Authority è intervenuta sugli intermediari assicurativi che gestiscono i siti comparativi oggetto della indagine chiedendo di adottare “specifiche misure correttive” entro il 31 gennaio del prossimo anno.
Le criticità riscontrate dall’Ivass in merito ai siti di comparazione delle tariffe rc auto “sono talmente gravi che rischiano di alterare l’intero mercato assicurativo e danneggiare gli utenti”, ha commentato il Codacons, che chiede di “oscurare le pagine web dei siti, almeno fino a che l’istituto non potrà verificare la correzione delle criticità emerse”. “Pubblicizzare o dare evidenza a imprese dalle quali si ricevono provvigioni”, sottolinea l’associazione in una nota, “altera sensibilmente le scelte dei consumatori che si rivolgono a tali siti, i quali vengono dirottati su determinati operatori a discapito di una reale concorrenza. Le conseguenze potrebbero essere non indifferenti sia per l’intero mercato assicurativo, sia per le tasche degli utenti”.