Meno incidenti e soprattutto meno vittime sulle strade italiane. Secondo l’ultimo rapporto Aci-Istat nel 2013 ci sono stati 181.227 sinistri con lesioni a persone (-3,7 per cento rispetto al 2012), che hanno causato 3.385 morti (-9,8 per cento) e 257.421 feriti (-3,5%). Le vittime sono state 368 in meno rispetto al 2012. I dati sono particolarmente positivi per alcune categorie considerate più a rischio sulle strade, come i ciclisti (-14 per cento di vittime) e i motociclisti (-14,5 per cento). In media, ogni giorno muoiono per un incidente stradale nove persone e 705 restano ferite.
“Sul dato complessivo”, spiega l’Aci in un comunicato, “pesa il tragico incidente avvenuto nel luglio 2013 sull’A16 che ha coinvolto un bus turistico e nel quale sono morte 40 persone”. La situazione è migliore rispetto al passato ma, rispetto all’Europa, dobbiamo ancora farne di strada. Con 56,2 morti per incidente ogni milione di abitanti l’Italia supera infatti la media europea (51,4). L’Unione Europea, spiega sempre l’Aci, “ha imposto la riduzione del 50 per cento delle vittime entro il 2020 rispetto ai valori 2010 e verso questo obiettivo il nostro Paese si posiziona nella media dei 28 Stati membri (-17,7 per cento nel triennio 2013/2010)”.
Entrando nel dettaglio del rapporto si scopre che la situazione in città è migliore rispetto al passato, con incidenti (-4,4 per cento), morti (-11,3 per cento) e feriti (-4,2 per cento) in calo. Malgrado ciò, sulle strade urbane si concentrano il 75 per cento degli incidenti e il 42 per cento dei morti. Napoli (1,69 morti ogni 100 incidenti), Catania (1,57), Trieste (1,43) e Torino (1,31) sono i Comuni con il più alto indice di mortalità. La media nei grandi Comuni è di 0,71 decessi.
Se a bordo delle automobili si muore di meno (-12,2 per cento decessi rispetto al 2012), per le due ruote i miglioramenti sono più netti: -14,5 per cento per i motocicli e -14 per cento per le biciclette. Tra i conducenti le fasce di età più a rischio sono quelle dei giovani, in particolare tra 20 e 24 anni (219 vittime), e quella degli adulti tra 40 e 44 anni (215 vittime). Tra i pedoni diminuiscono le vittime del 4,7 per cento, ma aumentano i feriti dell’1,6 per cento; le fasce che fanno registrare maggiori incrementi di decessi per investimento sono tra gli 80-84enni e tra i 90-94enni, ma vittime in aumento anche tra giovani (15-29 anni) e bambini (0-4 anni).
In ambito extraurbano la distrazione si conferma la prima causa di incidente (20,4 per cento), seguita dalla velocità troppo elevata (17,5 per cento) e dal mancato rispetto delle distanze di sicurezza (13,1 per cento). In città, invece, è l’inosservanza di semafori e regole di precedenza a causare il maggior numero di sinistri (19,1 per cento), seguita dalla distrazione (15,6 per cento) e dalla velocità elevata (9,5 per cento).