Il prezzo del petrolio scende, ma non quello della benzina alla pompa. In una settimana il prezzo per mille litri è passato da 548 a 503, ma i consumatori non hanno affatto beneficiato di questa flessione. Le compagnie petrolifere insistono infatti sulla politica dei prezzi che – assieme a quella del governo sulle accise che costano un quarto di centesimo in più al litro a chi fa rifornimento – restano estremamente elevati. E di sicuro non incentivano i consumi.
“Chissà che non si tratti una sorta di “braccio di ferro” tra le società petrolifere, che chiedono a Renzi di contenere le accise, ed il governo”, si legge sul portale Asapress.net. “Le medie ponderate nazionali risentono dell’intervento di IP e scendono di un millesimo: benzina a 1,818 euro al litro (-0,1 cent) e diesel a 1,708. Fermo il gpl Eni (0,751), mentre il metano scende di un millesimo a 0,991. A fine seduta mille litri di gasolio valevano 536 euro, 7 in meno di martedì. Staffetta Quotidiana ricorda che si tratta dei valori minimi dal 22 novembre 2011 per la benzina e dal 17 gennaio 2011 per il diesel”. Solo ribassi timidissimi, anche se con il taglio di mezzo cent sulla benzina e di 8 millesimi sul gasolio Ip diventa la compagnia meno cara, almeno in modalità servito (e sulla verde “ex aequo” con Shell). Eppure gli spazi di manovra alle società non mancano.