“I carburanti non sono il vostro bancomat”, Assopetroli attacca il Governo

“I carburanti hanno già dato e non sono il bancomat del Governo”. Lo afferma in una nota il presidente di Assopetroli Assoenergia, Franco Ferrari Aggradi, che esprime “forte preoccupazione per le intenzioni del Governo di presentare una pesante clausola di salvaguardia per ottenere l’allentamento dei vincoli imposti dalla Ue. Il conto”, aggiunge Ferrari Aggradi, “rischia di essere pesantissimo perché i numeri riportati dai media sarebbero da record: 12,4 miliardi di rincari nel 2016, 17,8 nel 2017 e 21,4 nel 2018. Risorse che verrebbero recuperate con rincari delle imposte indirette. Il rischio è quello di veder aumentare ancora le accise sui carburanti, e per assurdo l’Iva”.

“Gli aumenti sarebbero come una pietra tombale sul settore della distribuzione dei carburanti che in Italia già è in stato di crisi e sconta rispetto agli altri Paesi europei un prezzo assai maggiore sui carburanti per autotrazione per effetto proprio del maggior peso fiscale. La gravità della situazione è attestata anche dal monitoraggio sullo “stacco Italia delle imposte”, avviato in collaborazione con Figisc Anisa Confcommercio che rileva come, dalla media di tutte e cinque rilevazioni del mese di settembre 2014 della Commissione Europea, sulla media aritmetica del prezzo al consumo dei 28 paesi dell’Ue, per la benzina il prezzo italiano è più alto di 26,2 cent/litro mentre per il gasolio il prezzo al consumo è più alto di 24,2 cent/litro. Per tali motivi”, conclude Franco Ferrari Aggradi, “scongiuriamo il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan di non aumentare ancora le accise sui carburanti oltre gli aumenti già programmati che, come noto in caso di attivazione delle numerose clausole di salvaguardia, peseranno per oltre 2,7 miliardi da qui al 2021 sulle tasche degli automobilisti e delle imprese. Ai ministri dello Sviluppo Economico Federica Guidi e dei trasporti Maurizio Lupi, che ben conoscono tanto lo stato di crisi in cui versa il nostro settore, quanto gli effetti perversi che i repentini aumenti del peso fiscale sui carburanti producono in termini di crollo delle entrate erariali per effetto del calo delle vendite e su tutto il settore e dell’indotto legato alla mobilità dei cittadini e del trasporto merci, chiediamo di farsi parte diligente per scongiurare ogni aumento del costo dei carburanti”.