Rischiava un’ammenda dai 2mila euro in su e fino a un anno di carcere un camionista padovano, residente a Ponte San Nicolò, che per una manovra errata ha distrutto la statua di una Gatta nella centralissima piazzetta Sant’Andrea. L’uomo era stato indagato ipotizzando il reato indicato dall’articolo 733 del codice penale che prevede come “chiunque distrugga, deteriora o comunque danneggi un monumento o un’altra cosa propria di cui gli sia noto il rilevante pregio, è punito, se dal fatto deriva un nocumento al patrimonio archeologico, storico, o artistico nazionale…”. Fortunatamente il pubblico ministero del Tribunale di Padova, Sergio Dini, ha chiesto l’archiviazione.
Secondo il giudice, la Gatta non aveva alcun pregio artistico. E neppure alcun valore. È risultata una copia della copia già andata distrutta in epoca napoleonica, mentre l’originale non esisteva più da tempo: è quanto emerso dalla consulenza tecnica consegnata al magistrato, svolta dagli esperti dei carabinieri appartenenti al Nucleo tutela patrimonio culturale con sede a Venezia. Di conseguenza, non c’è stato alcun danneggiamento di un’opera di valore artistico. Ora l’assicurazione del camion del 46enne si accorderà con il Comune di Padova per riparare i danni. La Gatta originale risale al 1209 per celebrare la vittoria delle milizie padovane contro Aldobrandino e Azzone II d’Este. Quella rifatta dopo la distruzione nell’epoca napoleonica aveva invece cento anni. Lo scultore Antonio Pennello la realizzò e la riportò nella piazzetta nel 1914.