www.abroghiamoilsistri.it. È questo il sito sui cui potrà cliccare chi vorrà firmare la petizione on line per cancellare il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti da quattro anni al centro di polemiche (ma anche di inchieste giudiziarie) per il suo mancato funzionamento che non ha però impedito al Governo di renderlo obbligatorio, costringendo migliaia di imprese a subire oltre al danno (economico, quantificabile in decine di milioni di euro per le sole imprese di autotrasporto) la beffa (dovendo pagare per un servizio che si sa già in partenza che non funzionerà). “La nascita del Sistri è datata fine 2006, quando con la Finanziaria furono stanziati 5 milioni di euro in favore del ministero dell’Ambiente per la realizzazione, affidata senza gara d’appalto alla Società Selex del Gruppo Finmeccanica, di un sistema di tracciabilità dei rifiuti concepito con il segreto di Stato per motivi di “sicurezza nazionale”, scrive in una lettera inviata a tutti gli associati di Bergamo e provincia Egidio Agazzi, funzionario di CNA Confederazione nazionale dell’artigianato ” per informarvi che è on-line una petizione finalizzata alla raccolta di firme per abrogare il Sistri, il Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti che, dopo quattro anni di rinvii, abrogazioni e riesumazioni, è divenuto operativo dal 1° ottobre 2013 per i trasportatori e i gestori di rifiuti pericolosi. Un sistema”, prosegue sempre Egidio Agazzi, “che avrebbe dovuto semplificare il processo di gestione dei rifiuti e, al tempo stesso, garantire tracciabilità e legalità. Invece, il sistema non garantisce in alcun modo la tracciabilità in tempo reale e determina un ulteriore rallentamento dei controlli sul campo: questo rappresenta un vantaggio concorrenziale per le ecomafie, che continueranno ad aggirare gli obblighi di documentazione cartacea rispetto alle imprese corrette e operanti nella legalità”.