Taxi di lusso prenotati con l’App? Tutti dicono che sono illegali, nessuno li ferma

“La normativa vigente non consente l’uso dell’app Uberpop, così come è formulata rappresenta  un esercizio abusivo della professione”. Lo ha  affermato il governatore della Regione Lombardia, Roberto Maroni, all’indomani della protesta che ha visto  i tassisti milanesi spegnere i motori per denunciare la “concorrenza sleale”della multinazionale Uber che ha deciso di offrire anche in Italia il suo servizio di prenotazione via telefonino di un’auto con conducente. In altre parole un servizio di taxi di lusso prenotabile con una semplice applicazione dal proprio cellulare contro il quale si sono schierati anche  il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, secondo il quale “la norma è chiarissima e non potrà esserci alcuna tolleranza verso chi effettuerà un servizio pubblico non autorizzato”, e il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia,  che nel sottolineare come l’amministrazione milanese non sia “nè contro una app nè contro l’innovazione”, ha ribadito però la netta posizione “contro l’illegalità da qualsiasi parte provenga”.  Tutti concordi nell’affermare che la novità esportata in Italia dagli Usa è illegale.  Caso chiuso, dunque? Neppure per sogno, almeno finchè alle parole non seguiranno i fatti. “Fatti che da tempo chiediamo al Governo, ma che fino a oggi non sono arrivati, cedendo il posto a belle parole che però, in quanto tali, non servono a nulla”, denuncia Paolo Uggè, vicepresidente nazionale di Confcommercio che nelle settimane scorse, dalle colonne de “Il Giornale” aveva chiesto un intervento immediato, segnalando al Governo come “quella innescata da Uber col servizio di noleggio auto on-demand importato dall’America rischiasse d’essere un’autentica bomba a orologeria. Pronta a far esplodere il mondo dei tassisti e dei noleggiatori d’auto con conducente, soprattutto con l’avvicinarsi dell’Expo”. “Una previsione purtroppo fin troppo facile da fare”, commenta oggi Paolo Uggè, amareggiato ” dal fatto che nessuno, fra gli esponenti politici, abbia saputo o voluto agire.  Quando, a nome di decine di migliaia di lavoratori, ho invitato il Governo ad affrontare l’argomento nel suo insieme definendo norme in linea con le nuove tecnologie, che nessuno può pretendere di fermare,  senza mettere fuori causa migliaia di operatori che hanno investito la loro vita in entrambe le attività, cambiando leggi ormai superate, l’ho fatto solo perché questa era, ed è, la cosa più logica e più semplice da fare. Non occorre essere dei geni.  Ma basta constatare quanto è accaduto negli ultimi anni per capire che alla guida del Paese non solo non abbiamo dei geni, ma spesso neppure delle persone dotate di media intelligenza e buon senso. Un esempio? Da anni c’è una legge, che impone alle società di noleggio con conducente di far rientrare sempre in garage ogni autista al termine di ogni singolo servizio, complicando maledettamente la vita  di  migliaia di lavoratori  (che magari si trovano già a Roma, hanno un nuovo cliente sempre nella capitale, ma per prenderlo a bordo dovrebbero prima rientrare  a Milano…). Qualcuno ha cancellato quella norma? Macchè:  anziché definire nuove norme si è continuamente fatto ricorso a proroghe. Confcommercio da settimane cerca in tutti i modi di far sapere ai nostri politici che degli esperti, veri, hanno elaborato alcune proposte per trovare possibili soluzioni. Basterebbe che il Governo si sedesse a un tavolo ad ascoltare, e forse avrebbe risolto il problema semplificando, una volta tanto, invece di complicarla, la vita di migliaia di persone che in questo Paese lavorano e pagano le tasse”.