Il cinema italiano corre sempre più sulle strade. Dopo il trionfo di Sacro Gra alla mostra del cinema di Venezia, con il regista Gianfranco Rosi che si è aggiudicato il Leone d’oro della 70esima edizione della Mostra con un documentario realizzato raccontando storie di ordinaria umanità raccolte lungo il Grande raccordo anulare di Roma, è un’altra storia on the road a “sorpassare” le altre pellicole in gara a un altro importantissimo appuntamento, il festival del Cinema di Roma: è il documentario Tir, del regista Alberto Fasulo, che si è aggiudicato il Marc’Aurelio d’oro raccontando la quotidianità di un camionista emigrato dai balcani, Branko, che lavora in una ditta di trasporti italiana e gira l’Europa al volante. Un’attenzione, quella dedicata dal cinema italiano al mondo dei “bisonti della strada” dimostrata pochi mesi fa dalla messa in onda, sulla Rai, di un’altra pellicola con protagonista un camionista: La strada di Paolo, del regista Salvatore Nocita e interpretata da Marcello Mazzarella, Philippe Leroy, Valentina Valsania, che racconta il primo viaggio in Palestina di Paolo, un autotrasportatore che deve consegnare dei medicinali in un ospedale di Betlemme e che sulla strada del ritorno compie uno straordinario viaggio alla scoperta dell’anima, dell’amore, della fede, della vita e della morte.