Le banche affossano le imprese, perché molte associazioni stanno zitte?

“Le banche italiane non stanno facendo nulla per aiutare le imprese, comprese quelle che hanno in portafogli lavori sicuri, di clienti solvibili, di committenti abituati a pagare puntualmente, ma che in questi momenti di crisi hanno chiesto un allungamento dei tempi di pagamento. Soldi destinati ad arrivare alle imprese in ritardo, ma “garantiti”, eppure nonostante questo le banche non fanno un solo passo per aiutare le imprese a superare brevi periodi di indisponibilità di liquidi, rifiutandosi di utilizzare il fiume di denaro che pure hanno ricevuto dalla Banca centrale europea. Ma se non lo utilizzano per sostenere le imprese, cosa ne fanno? E, a questo punto, a cosa servono le banche? Ad affossare le imprese sane che, con un semplicissimo aiuto finanziario, potrebbero continuare serenamente la loro attività?” Duilio Balducchi, presidente onorario nazionale di Fai Conftrasporto è una persona schiva, restia a parlare, ma questa volta non riesce a trattenessi. Ha letto la lettera aperta che il suo presidente, Paolo Uggè, ha pubblicato su Il Giornale, accogliendo il graditissimo invito rivolto dal direttore Alessandro Sallusti alle più importanti associazioni per far sentire la loro voce, e non può non intervenire. Per applaudire chi ha avuto il coraggio di raccontare le cose come stanno, anche se attaccare poteri forti come quello rappresentato dagli istituti bancari non è facile. “E infatti il nostro presidente è stato l’unico che ha avuto il coraggio di farlo, insieme alla lucidità di tratteggiare, nelle poche righe a disposizione, un quadro esatto della situazione”, tuona Duilio Balducchi. “Un quadro in cui si vedono nitidamente migliaia di imprese di autotrasporto messe in ginocchio non tanto dalla crisi, comunque pesantissima, ma dalle banche che stanno facendo un gioco che a nessun imprenditore può piacere. Per la semplice ragione che a quel gioco nessun imprenditore può vincere. E per vincere”, sottolinea Duilio Balducchi, ” s’intende continuare a lavorare, onestamente, duramente, come si è sempre fatto, continuare a dare lavoro a collaboratori, continuare a permettere a migliaia di famiglie di tirare fine mese. Quello che ha scritto il presidente Uggè, raccontando delle banche che respingono al mittente quasi ogni richiesta di finanziamento, dei funzionari di banca che affermano, forse mentendo, di non conoscere le decisioni con cui il governo ha garantito la copertura per un importo fino all’80 per cento di eventuali prestiti concessi dalle banche alle imprese, e, ancora, degli istituti bancari che  invitano gli interessati a rivolgersi ai consorzi Confidi, è tutto sacrosantamente vero, come ben sanno migliaia di autotrasportatori. E come ben sanno anche i rappresentanti di altre associazioni di categoria che invece, su questo tema sono state zitte. Mute, come se non stesse accadendo nulla. A quelle associazioni io dico che su questo tema occorre invece scendere in campo, e combattere, tutti insieme, perché se non metteremo le banche nelle condizioni di dover fare il loro lavoro, vedremo morire altre decine, centinaia di imprese. Aziende sanissime, che hanno lavoro e che aspettano solo di essere pagate, per poter poi restituire i prestiti ricevuti alle banche fino all’ultimo centesimo. Come hanno sempre fatto. Compresi gli interessi, enormemente più alti dell’interesse che loro pagano invece alla banca centrale europea…”

14 risposte a “Le banche affossano le imprese, perché molte associazioni stanno zitte?

  1. Il signor Balducchi ha perfettamente ragione quando dice che il mondo dell’autotrasporto dovrebbe compattarsi su questi temi. Ma anch’io, come lui, ho visto scendere in campo solo la Fai Conftrasporto? E le altre associazioni di autotrasporto cosa fanno?

  2. Autotrasportatori, non facciamo le pecore. Cominciamo a segnalare , pubblicamente, con il nome degli istituti di credito, tutti quelli che negando aiuti, che fingono di non sapere delle garanzie definite dal Governo. Sputtaniamoli un po’. Almeno quello…

  3. Le banche prendono i soldi dall’Europa li hanno avuti a un interesse dell’1 per cento: per cosa li hanno usati? per coprire i buchi della finanza creativa? per pagare le maxi liquidazioni ai manager? per sistemare la sparizione di miliardi di euro? Ma possibile che noi italiani non troviamo il coraggio per prendere a randellate (virtuali!) questi fetenti?

  4. Ci voleva ancora la vecchia guardia della Fai (Uggè, Balducchi….) per trovare qualcuno con gli attributi necessari per mettere nero su bianco certe verità… Sarà anche vero che le altre associazioni sono zitte, ma anche gli altri rappresentanti della Fai dove sono?

  5. Ho letto le varie pagine scritte dai responsabili di diverse associazioni su Il Giornale e devo fare i complimenti al signor Uggè per un semplice motivo: gli altri hanno scritto dei “pistolotti” in politichese, dei blà blà blà che sembravano scritti dal portaborse di un politicante. Lui ha parlato di problemi veri, concreti. Dei paroloni e delle solite tiritere ne abbiamo piene le scatole….

  6. Il governo dovrebbe verificare dove vengono investiti i capitali a disposizione delle banche ed obbligare le stesse a farlo all’interno del nostro Paese e soprattutto alle attività che sostengono l’economia di un paese, in primis l’autotrasporto.
    Le banche invece dovrebbero avere persone più competenti a ricoprire posizioni dove la decisione di una persona che si basa solo su dei numeri potrebbe significare la fine di tante aziende…
    Non esiste più il rapporto umano tra cliente (azienda) e responsabile di filiale come una volta, siamo diventati tutti dei numeri e certi criteri come: la correttezza, la storicità, la necessità; non vengono tenuti in considerazione.
    Speriamo che la spinta della Fai faccia riflettere chi di dovere e convinca anche altre associazioni, sia del trasporto che di qualsiasi altra categoria ad unirsi per contrastare questo sistema che sta portando il nostro paese al tracollo.

  7. Bravo Duilio, è ora che si porti alla luce l’argomento e che si rompa questo vero e proprio muro di omertà! Tutte gli imprenditori e i loro dipendenti si sono dovuti rimboccare le maniche ancora una volta con sforzi a dir poco eroici per contrastare questo infinito periodo di crisi, che non dimentichiamoci è stato generato dal sistema finanziario internazionale; l’unico settore della economia che non ha fatto nessuno sforzo, perchè sostenuto sempre dalle nostre risorse, è stato quello bancario. Non solo non si sono ingegnati o diversificati come noi, ma hanno dormito sonni tranquilli con gli interessi dei titoli di stato, aumentando a sproposito le commissioni, e non investendo nell’aggiornamento dei propri funzionari, risultato: ci vogliono mesi solo per avere delle risposte, e non sanno altro ritornello che quello delle garanzie personali, ma quale è rimasto il loro rischio di impresa? Questa vergogna deve finire e i responsabili dei saccheggi devono pagare allo stesso livello degli altri imprenditori.

  8. Hanno dichiarato che “non possono fare assistenzialismo”. Riceverlo invece si! Hanno dichiarato che ” Le sofferenze sono a livelli mai visti, le banche fanno il loro lavoro”. Quando hanno “fatto il loro lavoro” concedendo prestiti ” a chi ben sappiamo” le loro perdite le abbiamo pagate NOI! A margine dei lavori di Cernobbio, a porte chiuse si ragiona sulle banche travolte dalla crisi; evidentemente hanno qualcosa da nascondere. Se la Banca d’Italia sta terminando ” la verifica”, perché intanto non ne facciamo una anche noi?

  9. Non se ne parla, o perlomeno non è il principale argomento, perché di questi tempi “è difficile che uno si fermi ad allacciarsi le stringhe delle scarpe quando sta scappando da una belva che lo insegue”… caso mai ci fosse il tempo.
    Scommettiamo che saremo ancora a parlarne tra fine anno e inizio 2014? Ma ne parleranno solo “i rappresentanti, politici, sindacalisti, presidenti ecc. ecc.. ma non dalla Vera Forza dei Trasporti: I Trasportatori.

  10. Ma di quale Vera Forza sta parlando? Davide contro Golia è un mito. I poteri forti parlano solo tra loro e ne abbiamo avuto una recente dimostrazione a Cernobbio. Presidenti delle associazioni dei trasportatori, fate presto un summit please, non a Cernobbio però, in questi tempi di crisi sarebbe veramente fuori luogo.

  11. Perché il governo non si muove in merito, la riforma del lavoro deve partire dagli aiuti finanziari alle imprese!
    In Italia non dobbiamo parlare di disoccupazione o di aiuti ai disoccupati o ai precari, dobbiamo metterci in testa che bisogna fare risorgere la PMI senza le piccole aziende l’Italia affonda, i nostri governanti (chiunque essi siano) non possono stare ad ascoltare solo i colossi perché hanno la possibilità di fare la voce grossa (vedi RIVA, ELETTROLUX, FIAT ecc) perché dietro ad un aiuto ad una grande ce ne sono “n” mila altre piccole che chiudono.
    La PMI oggi se vuole lavorare deve pagare subito i fornitori (perché nessuno fa credito), accettare suo malgrado condizioni di pagamento sfavorevoli da parte dei clienti (pena l’impossibilità di lavorare) e assumersi il rischio di prendere i soldi quando il cliente vuole. Ovviamente tutto questo esclusivamente a proprio rischio e pericolo perché le nostre banche si limitano a fare circolare denaro senza anticipare nulla.
    La cosa buffa è che delle banche comunque non se ne può fare a meno perché ovviamente i pagamenti devono per forza transitare attraverso gli istituti bancari.

    Ma dove vogliamo andare? abbiamo ancora voglia o bisogno di parlare di questa cosa? Perché di quanto sopra espresso se ne parla molto nei vari talk show (giusto per audience) ma poi alla fine una discussione al governo non la si fa mai?

    Cordiali saluti

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