A luglio frena in Italia la caduta del mercato dell’auto, ma il calvario è destinato a continuare, soprattutto senza interventi di sostegno da parte del governo. Così gli osservatori hanno commentato i dati diffusi dal ministero dei Trasporti che evidenziano 107.514 nuove vetture immatricolate a luglio, in calo dell’1,92 per cento rispetto alle 109.617 di un anno fa. Una frenata che si riflette anche sul bilancio dei sette mesi che si chiude a 839.481 unità con un calo a una cifra del 9,23 per cento. Rallenta anche la caduta del gruppo Fiat con 31.377 nuove vetture vendute a luglio, in flessione del 5,53 per cento. La quota del Lingotto è al 29,18 per cento, in calo rispetto al 30,30 per cento di un anno fa ma in progresso rispetto al 27,46 per cento di giugno.
In una nota il gruppo torinese ha sottolineato che Fiat Group Automobiles ha aumentato la propria quota di mercato in Italia, rispetto a giugno, di 1,7 punti percentuali. Mentre la quota del brand Fiat, che ha immatricolato quasi 23 mila auto (il 6 per cento in meno rispetto a un anno fa), è cresciuta di 0,95 punti percentuali nei primi sette mesi del 2013. Inoltre, cinque vetture del Lingotto sono ai primi cinque posti della top ten: nell’ordine, Panda, Punto, Ypsilon, 500L e 500. Per il Centro Studi Promotor la ”modesta contrazione” di luglio è ”compatibile con l’ipotesi che la caduta del mercato italiano dell’auto stia per arrestarsi. Infatti, dopo una serie di cali a due cifre le immatricolazioni italiane hanno fatto registrare contrazioni del 4,9 per cento in marzo, del 10,83 per cento in aprile, del 7,98 per cento in maggio, del 5,51 per cento in giugno e ora dell’1,92 per cento in luglio. È quindi possibile ”un rimbalzo della domanda di auto”, ma potrà trasformarsi in una ripresa significativa – precisa il CSP – solo se l’economia tornerà a crescere e il governo avrà ”una politica anche per l’auto”. Per il presidente dell’Anfia Roberto Vavassori, il piccolo miglioramento di luglio è legato ”all’andamento positivo della raccolta ordini nel secondo trimestre dell’anno, con una crescita del 5,6 per cento rispetto al secondo trimestre 2012, dopo un primo trimestre 2013 che aveva chiuso a -18,3 per cento”. Anche per l’Anfia quindi è possibile un recupero, ma serve alleggerire la pressione fiscale. La stessa richiesta arriva dall’Unrae, l’associazione delle case automobilistiche estere in Italia, che attribuisce però la frenata del calo di luglio a ”una giornata lavorativa in più” e al ”risultato già critico del luglio 2012, che registrò un -20,8 per cento”. In particolare il presidente Massimo Nordio invita il governo a considerare i 72,7 miliardi di euro di contributo all’Erario nel 2012, pari al 17 per cento del totale delle entrate fiscali, assicurati all’Italia dalla filiera automotive. Mentre la componente distributiva dell’Unrae, con 15.280 imprese che occupano 132.000 persone, ”genera un fatturato da 50 miliardi di euro”. Il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi, parla invece di un mercato ”specchio di un sistema immobile”, e chiede l’Iva agevolata per i privati, ”un provvedimento che potrebbe essere in grado incrementare le vendite di circa 200mila unità all’anno”.