Il Governo restituisca ai trasporti il ruolo di “motrice” per trainare l’economia

“Quella dei trasporti in Italia è oggi una realtà troppo vincolata ad altre priorità, quali la tutela ambientale e il risparmio energetico. La sostenibilità rappresenta sicuramente un obiettivo qualitativo dei servizi da perseguire, ma senza mai perdere di vista l’efficacia e l’efficienza di quest’ultimi. Se non si adotterà questo corretto metodo di intervento, si finirà con il qualificare le attività di trasporto esclusivamente come generatrici di conseguenze negative, tralasciandone la reale funzione, evidenziando solo le facce della medaglia peggiori: smog, congestione, rumore, da penalizzare e limitare il più possibile, secondo l’illusorio paradigma salvifico dell’immobilità sostenibile”. Con queste parole Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio, intervenendo a Roma al convegno “Trasporti al passo, economia ferma”, organizzato proprio da Confcommercio, ha ufficialmente chiesto al Governo, e in particolar modo al ministro ai Trasporti e alle infrastrutture Maurizio Lupi intervenuto all’evento, di restituire al trasporto e alla logistica il ruolo di “motrice” dell’economia, togliendo i troppi freni che ostacolano ancora la sua corsa. “Premessa la volontà di tutti di tutelare l’ambiente e favorire il risparmio energetico”, ha aggiunto Paolo Uggè, “ciò che va assolutamente evitato è quello che invece sta accadendo per esempio nella mobilità urbana dove, in assenza di strategie di intervento vincolanti sovracomunali, la mappa dei provvedimenti e delle conseguenti accessibilità urbane è dettata dai piani regionali di risanamento della qualità dell’aria, ora sotto il coordinamento nazionale del ministero dell’Ambiente. E nulla sembra contare il fatto che oltre i 3/5 dei provvedimenti previsti in questi piani riguardino il settore della mobilità. Nel coordinamento nazionale che dovrebbe definire le linee guida per una più efficace redazione e implementazione degli stessi, la legge del 2010 però non prevede, non dico una rappresentanza degli operatori e degli utilizzatori dei servizi di mobilità urbana, ma neanche dell’amministrazione dello Stato settorialmente competente: il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture”. Secondo il vicepresidente di Confcommercio la strada intrapresa fino a oggi, “politicamente trendy, pensata  per accontentare tutti i vari profeti snob dell’ecologia, relega i trasporti in un comparto da vigilare e non in un comparto economico determinante per lo sviluppo di questo Paese. E questo in un periodo di difficoltà economiche destinate ad aggravarsi se non si interverrà rapidamente”. Paolo Uggè ha concluso annunciando la disponibilità a schierarsi a fianco del ministro “per una battaglia giusta che punti a recuperare il valore strategico e politico che compete al dicastero dei trasporti: se non si restituisce dignità propria ai Trasporti e alle loro specifiche priorità quali l’integrazione delle politiche, la fluidità delle operazioni, l’innalzamento delle accessibilità territoriali, il contenimento dei tempi e dei costi degli spostamenti, il potenziamento della capacità di movimentazione, la fornitura di servizi di infomobilità, non si riuscirà a sviluppare un equilibrato sistema della logistica e della mobilità e si fallirà, anche, l’obiettivo di una maggiore sostenibilità e fluidità che può derivare dalla realizzazione delle filiere, si finirà solo con l’aggravare una crisi economica verso la quale le abusate politiche di divieto ci stanno guidando”.