Ryanair paghi tasse e contributi in Italia. Assaereo: “Ha troppi vantaggi”

Le compagnie aeree straniere che operano con continuità in Italia paghino tasse e contributi nel nostro Paese. È questo il senso di una lettera che Assaereo ha scritto al governo per chiedere modifiche da inserire nel decreto Sviluppo bis. L’associazione nazionale delle compagnie aeree chiede “una norma che obblighi anche le compagnie straniere a pagare le tasse e i contributi previsti nel Paese presso cui hanno una operatività continuativa, con collegamenti interni, tutelando i lavoratori, ripristinando le condizioni per una sana concorrenza e consentendo allo stesso tempo maggiori entrate fiscali a beneficio dello Stato e della collettività”.

Assaereo, in particolare, cita il caso di Ryanair, che “continuando ad utilizzare strumentalmente la sua nazionalità irlandese ed il relativo regime giuridico, si sussidia attraverso la violazione delle norme contributive e fiscali del nostro Paese creando una inaccettabile discriminazione previdenziale per i lavoratori italiani. Le aliquote, come noto infatti, in Irlanda sono del 12 per cento mentre in Italia del 37 per cento”. L’ispettorato del lavoro di Bergamo, si legge nella lettera, “ha già contestato a Ryanair una evasione contributiva di 12 milioni di euro e dai primi accertamenti in corso della Guardia di Finanza viene contestata una evasione fiscale dal 2005, stimata in circa 500 milioni di euro. Un così forte vantaggio competitivo non giustificato, provoca una alterazione indebita del mercato a favore di Ryanair che si arricchisce in modo deprecabile in un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando”.
Ricordando che in Francia “hanno già introdotto una normativa che ha eliminato ogni possibile disparità di trattamento del personale impiegato dai vettori aerei esteri sul mercato nazionale, evitando che tale disparità si tramuti in una distorsione del mercato”, Assaereo afferma che “il settore del trasporto aereo italiano non può più sostenere condizioni di competitività totalmente asimmetriche che non consentono di misurarsi con Ryanair a parità di trattamento, distorcendo, quindi, fortemente l’offerta di costo al cliente e provocando gravi rischi occupazionali e di sopravvivenza stessa delle compagnie italiane”.