Sono solamente 56.447 le auto immatricolate ad agosto in Italia. Un vero e proprio crollo (-20,23 per cento), che riporta il mercato ai livelli del 1964. È il nono calo consecutivo. Alla luce degli ultimi dati, il Centro Studi Promotor Gl events ha rivisto al ribasso la sua previsione per le immatricolazioni nell’intero 2012 che ora si colloca a quota 1.370.000. “Si tratta”, sottolinea il Centro Studi, “di un livello inferiore del 42 per cento alle immatricolazioni medie annue del periodo precedente la crisi globale dell’economia iniziata nel 2008 e, per l’automobile, ormai superata, dato che il mercato è in forte ripresa in tutto il mondo tranne che nell’area Euro”.
Secondo il Csp “la causa principale della grave situazione del mercato è l’effetto dei provvedimenti varati per far fronte agli attacchi dei mercati finanziari al debito pubblico italiano. Le misure doverosamente adottate dal Governo, facendo leva sulla fiscalità, hanno avuto un impatto immediato positivo sulle prospettive del debito pubblico, ma fortemente negativo sull’economia reale e, quindi, anche sulla domanda di autovetture. Per cercare di contenere le ripercussioni sfavorevoli sull’economia sarebbe stato necessario adottare contestualmente alla manovra Salva Italia misure congiunturali, cioè di effetto immediato, anche per sostenere la domanda e di conseguenza l’attività produttiva”.
I dati di agosto “indicano un volume di autovetture vendute che ci riporta indietro di 50 anni”, spiega l’Unrae, l’associazione che riunisce le case estere in Italia. “Ma a differenza degli anni Sessanta oggi”, precisa il presidente Jacques Bousquet, “noi italiani dobbiamo fare i conti con una pressione fiscale eccessiva”. L’Unrae punta il dito contro “l’aumento a sorpresa di 0,51 centesimi del prezzo dei carburanti prima di ferragosto” e definisce “impensabile” che “tra i ‘150 tavoli della crisi’ che impegnano il governo non ce ne sia uno che si occupi seriamente della filiera dell’auto”, che rischia la disoccupazione “per almeno 10 mila addetti diretti”. Per i concessionari di Federauto, invece, a rischio sono 220 mila posti di lavoro e il presidente Filippo Pavan Bernacchi auspica quindi che il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, “dia seguito urgentemente all’impegno di convocare le associazioni dell’automotive”. Per il presidente dell’Anfia Roberto Vavassori ad agosto il mercato è arrivato “all’incirca sui livelli del 1964, quando il mese di agosto aveva registrato 57.847 immatricolazioni”.
Entrando nel dettaglio Fiat ha subito un crollo nelle immatricolazioni del 20,53 per cento ad agosto scendendo a 16.689 vetture, mantenendo però stabile la quota di mercato al 29,6 per cento sia ad agosto sia nei primi otto mesi del 2012.
Il crollo di agosto ha coinvolto anche tutti i marchi esteri, con solo poche eccezioni tra cui spicca il +77,6 per cento di Kia e il +63,5 per cento di Land Rover. Tutti con cali a due cifre i principali importatori. Il primo si conferma Volkswagen (-11 per cento), seguito da Ford (-35,4 per cento) e Opel (-19,5 per cento). Molto accentuati i cali di Citroen (-43,3 per cento) e Renault (-37,5 per cento).