Presto tutti i pubblici esercizi che abitualmente chiudono dopo la mezzanotte dovranno dotarsi di sistemi di misurazione del tasso alcolemico da mettere a disposizione dei propri clienti. L’obbligo, in vigore dal prossimo 13 novembre, è contenuto nell’ultima revisione del Codice della strada, approvata il 13 agosto scorso ed è già in vigore per le discoteche le quali hanno già provveduto a dotarsi di apparecchiature elettroniche in grado di rilevare il tasso alcolemico con una semplice “soffiata”. Per i bar, ristoranti e tutti i pubblici esercizi che servono solo alimenti e bevande, il legislatore ha invece previsto una proroga di tre mesi, che scade appunto il 13 novembre.
Confesercenti Verona, une delle province che ha fatto del buon bere un culto e un’attrazione turistica, tra le macchinette da installare nei locali e i test monouso propende decisamente per la soluzione usa e getta, «più igienica e rispettosa della privacy». In effetti le “macchinette” vengono di norma posizionate vicino all’uscita del locale e sono dunque sottoposte all’occhio indiscreto di chiunque entri o esca. Non è raro, inoltre, come sottolinea il portale Verona Fedele che questi apparecchi diventino oggetto dei giochi tra bulli che talvolta fanno a gara a chi fa segnare il livello alcolemico più alto. Altra questione riguarda l’affidabilità di questi sistemi: una volta fatto il test, che magari restituisce un tasso alcolemico di poco inferiore alla soglia prevista dalla legge, il cliente può ritenersi davvero al sicuro e mettersi tranquillamente alla guida? La legge non mira a certificare l’eventuale stato di ebbrezza del cliente ma semplicemente offrire all’avventore una misura indicativa del suo stato psico-fisico. Quindi non si tratta di veri e propri etilometri, ma di test precursori non dissimili da quelli in uso alle forze dell’ordine. Il prezzo di un test monouso varia dai 70 centesimi a un euro. Confersercenti Verona sta organizzando dei gruppi di acquisto con cui effettuare grandi ordinativi (2-300mila pezzi) e abbattere così il costo fino a 40 centesimi al pezzo. A Verona e provincia i locali interessati sono infatti ben 4.800.