“Sia chiaro: Il Sole 24 Ore, che ha pubblicato la notizia, non dice il falso, ma dimentica di dire, cosa che stupisce per un quotidiano di tale importanza, qual è il senso della norma che ha introdotto i costi minimi della sicurezza, ovvero garantire sicurezza a milioni di cittadini sulle strade di tutta Italia”. Così Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio, ha commentato l’articolo pubblicato dal quotidiano economico di Confindustria in merito al meccanismo per punire i committenti che pagano in ritardo o troppo poco i vettori dell’autotrasporto, articolo nel quale il quotidiano sottolinea come “per l’autotrasporto lo Stato si sia preso la briga di determinare un livello minimo dei costi e di farlo rispettare con una serie di norme, compresa anche la corresponsabilità del committente nelle violazioni delle norme sul lavoro degli autisti. Una situazione”, commenta l’articolista, “invidiabile, con la crisi”.
“Da lettore”, commenta Paolo Uggè, “mi sarebbe piaciuto essere informato in maniera un po’ più precisa, o se preferiamo meno lacunosa. Per esempio mi sarebbe piaciuto leggere che la normativa che ha originato il decreto ministeriale con le sanzioni per i committenti che non riconoscono almeno i costi minimi della sicurezza nasce da leggi dello Stato, approvate dal Parlamento, che mirano a evitare comportamenti non rispettosi della sicurezza sociale. O che le sanzioni più pesanti non si applicano a quei committenti che, in maniera trasparente, senza nascondere nulla, garantiscono attraverso la sottoscrizione di un contratto scritto la tracciabilità del rapporto fra committente stesso e autotrasportatore. E, ancora”, prosegue Paolo Uggè, “mi sarebbe piaciuto che fosse scritto, per una questione di pura e semplice oggettività, che per moltissimi settori diversi da quello dell’autotrasporto negli appalti pubblici vengono escluse le offerte anomale, in sostanza quelle che non coprono i costi. I costi minimi devono valere solo per altri e non per gli autotrasportatori? Il Parlamento ha semplicemente affermato che la legge è uguale per tutti, decidendo che il Ministero dei Trasporti, applicando una semplice formuletta legata sostanzialmente al prezzo del gasolio, indicasse quelli che sono i costi che derivano dall’applicazione di norme di legge. Cioè pagamento della retribuzione con le relative imposte e contributi, rispetto dei tempi di guida, eccetera. Costi che determinano a loro volta i prezzi minimi stabiliti per far viaggiare un Tir in sicurezza. Forse il Sole 24 Ore avrebbe potuto scrivere che se un autotrasportatore non rispetta quei costi significa che opera in condizioni che possono mettere in pericolo l’incolumità altrui. E che è questo comportamento che la legge punisce e non, come invece si lascia intendere, la tutela del pagamento del corrispettivo del trasporto. Chi concorre, consapevolmente, a determinare rischi per la sicurezza è coinvolto nelle sanzioni. Ma questo non si chiama aiutare gli autotrasportatori né tantomeno creare situazioni invidiabili in tempi di crisi. Questo significa solo affermare una norma di civiltà”.