Il mondo del trasporto ha subito nei giorni scorsi l’attacco della committenza di Confindustria. Con una lettera inviata al Governo è stata richiesta la soppressione delle norme sui costi incomprimibili della sicurezza, voluta dai legislatori per dare maggior sicurezza e ridurre i morti sulle strade. Obiettivi condivisi da tutti nei convegni ma non nei comportamenti reali. Operare nel rispetto delle regole sulla sicurezza della circolazione e sociale significa garantire alla gente maggior sicurezza.
Il Parlamento ha scelto di privilegiare la salvaguardia delle persone, ma esistono contraddizioni nel mondo dei trasporti. Si combatte la disoccupazione e si favorisce che conducenti in affitto, provenienti da altri Paesi, siano assunti dalle imprese nazionali; si elargiscono aiuti di Stato a chi non mantiene i livelli occupazionali; si cerca maggior competitività del sistema Paese e si riducono i giorni di circolazione ai mezzi pesanti; si vogliono ridurre “i falsi lavoratori autonomi” e si volta il capo quando vengono scoperti a prestare la loro opera in aziende che fanno capo allo Stato, come nel caso Sda Courrier, gruppo Poste italiane. Le entrate fiscali e tributarie calano e gli esempi di sfruttamento aumentano. Il tutto per mancanza di controlli. La Sda Courrier è stata oggetto anche di una interrogazione parlamentare, in quanto il gruppo controllante sarebbe intervenuto per coprire le sofferenze di bilancio determinate da una politica sui prezzi non idonei a coprire i costi incomprimibili della sicurezza voluta dal Governo e dal Parlamento. Quante sono le imprese private danneggiate dalla concorrenza sleale e da incidenti stradali? Sarebbe questo il risultato al quale mira Confindustria? Se vogliamo smettere di prendere in giro operatori che vogliono fare impresa in un mercato libero bisogna che il rispetto delle leggi sulla sicurezza siano garantiti a tutti i livelli.
Paolo Uggè (presidente Fai Conftrasporto e vicepresidente Confcommercio)