“Nessuno contesta il diritto a effettuare delle proteste, ma devono realizzarsi secondo le regole che garantiscono a tutti le libertà individuali. Una protesta come quella in atto in alcune zone del Paese, attuata da autotrasportatori esasperati che ritengono la protesta sia la strada per risolvere i loro problemi, otterrà invece il solo effetto di generare delle difficoltà, ma senza consentire a chi protesta di ottenere quanto vorrebbe”.
A dichiararlo è il presidente nazionale di Fai Conftrasporto, Paolo Uggè, che commentando il blocco dei Tir voluto dai rappresentanti di Trasportounito (nonostante tutte le principali associazioni di categoria l’avessero invece sospeso) ha anche sottolineato come la protesta rappresenti un grave errore “in un momento in cui il Governo ha reso spendibili i 400 milioni per il settore che si aggiungono ai 300 strutturali; ha confermate le norme dell’articolo 83 bis che prevedono i costi minimi della sicurezza; ha previsto l’anticipazione del recupero del gasolio per l’anno 2011 e il recupero trimestrale per l’anno 2012; ha approvato il decreto sui controlli, le norme sull’accesso alla professione e la riformulazione delle norme del calendario dei divieti di sicurezza. Questi sono fatti concreti e non come qualcuno afferma chiacchiere”, ha aggiunto Paolo Uggè, “e questa protesta, voluta da qualche personaggio in cerca di notorietà, rischia solo di gettare via la grande forza che il settore, quando è unito, possiede.
L’invito a tutto il mondo dell’autotraspoprto è quello di tornare sui propri passi e attendere che le norme diventino operative. Ecco perché abbiamo concesso al Governo 60 giorni di tempo per rendere efficaci le disposizioni già decise, o in corso di decisione. Non condanniamo gli operatori che sono sulle strade a manifestare il loro malcontento”, ha concluso il presidente nazionale di Fai Conftrasporto, “ma diciamo loro: qualcuno vi sta strumentalizzando e vi sta prendendo in giro, raccontantovi che dopo il fermo avrete i provvedimenti da subito. Sono solo colossali bugie, non fidatevi. Aspettate 60 giorni: se trascorso questo termine il Governo non avrà dato le risposte che attendiamo allora sarà davvero la paralisi totale. E in strada scenderemo tutti, non pochi lavoratori esasperati a cui sono state raccontate delle favole…”