Sistri, Fai Conftrasporto all’attacco mette in mora il ministero dell’Ambiente

È scontro aperto sul caso Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti, fortemente voluto dall’ex ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo, il cui mancato funzionamento è stato denunciato per mesi dagli autotrasportatori costretti però ugualmente a pagare migliaia di euro. Il comitato esecutivo di Fai Conftrasporto ha infatti deliberato di dare mandato allo studio legale Callipari di Verona di avviare la procedura per la messa in mora del ministro dell’Ambiente per il mancato funzionamento del Sistri.

Secondo i rappresentanti di Fai Conftrasporto “i contraccolpi economici dovuti al ritardato avvio del sistema telematico di tracciabilità dei rifiuti non possono essere caricati sulle imprese in quanto non dipendenti da loro inadempienze o volontà ma conseguenti alle gravi inefficienze dei meccanismi di funzionamento”. Inoltre “la proroga dell’entrata in vigore del sistema fissata per il prossimo febbraio appesantisce ancor più l’onere del costo che le imprese hanno dovuto sopportare per l’iscrizione, l’installazione delle black box, la formazione del personale, l’acquisto dei computer:  un sacrifico economico che rischia di essere vanificato per deficit funzionali di un sistema mal congegnato”. In altre parole, un costo senza alcuna prestazione. E, come non bastasse, “un danno a cui si aggiungerebbe la beffa in caso di un’eventuale entrata in vigore del sistema nei tempi previsti, perché questo sanerebbe qualsiasi pretesa degli operatori”. In un comunicato i responsabili di Fai Conftrasporto, dopo aver ricordato di essersi astenuti  dall’adire a vie giudiziarie “per senso doveroso di rispetto istituzionale”, sottolineano di essere pronti, qualora il ministero, nonostante la diffida, non intendesse  avviare le opportune  iniziative tecniche per  risolvere efficacemente ogni questione di mal funzionamento, ad agire giudizialmente per la tutela degli interessi collettivi della categoria nei confronti del ministero”.