“Quaranta milioni di euro sono un’enormità e ora noi tutti speriamo che le dimensioni di questa operazione facciano capire alle amministrazioni comunali, ovvero gli enti preposti per legge al controllo e al rilascio delle licenze previste dalle nuove norme, che hanno un tesoretto da recuperare proprio sotto casa. E’ sufficiente andare a bussare dai compro pallets e verificare se tutto è in regola. Non ci sembra una cosa troppo difficile da fare”. Con queste parole i responsabili della Fiap, la federazione italiana autotrasportatori professionali aderente a Conftrasporto, hanno commentato l’operazione della Guardia di Finanza di Treviso che ha permesso di scoprire un’evasione fiscale di oltre 40 milioni di euro organizzata da una ragnatela di “società cartiere” italiane e dell’est Europa che operano nella commercializzazione di bancali in legno, noti anche come pallets, e che negli anni non hanno mai versato le imposte e che, in alcuni casi, sono risultate completamente sconosciute al fisco. L’operazione è partita da una verifica fiscale nei confronti di una società di Zero Branco (Treviso) e ha poi coinvolto altre 15 società in Veneto, Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Basilicata e Puglia, tre con sede in Polonia e una in Ungheria. Le Fiamme gialle del Nucleo Polizia Tributaria di Treviso, coordinati dalla locale Procura, hanno scoperto come la società trevigiana tra il 2004 ed il 2010 abbia annotato ed emesso fatture false per un imponibile complessivo di circa 41 milioni di euro, cui corrisponde un’Iva evasa di oltre 8 milioni di euro. Denaro, sottolineano i responsabili di Fiap, “con cui si può tranquillamente lenire il dolore per i tagli ai fondi che lo Stato trasferisce agli enti locali e che i sono resi necessari in questo momento così drammatico per il nostro Paese. Ci aspettiamo quindi un sussulto di orgoglio da parte di chi deve controllare e far rispettare a legge. Tutti ne avremmo un beneficio: gli autotrasportatori che non saranno più taglieggiati da committenti, logistiche, pseudo cooperative di facchinaggio e bagarini vari e la pubblica amministrazione che, decapitando grandi evasori, potrebbe recuperare risorse importanti senza dover costantemente fare la questua con il Governo centrale”.