“I rappresentanti di Confindustria non sanno quello che dicono. Basta leggere il Sole 24 Ore di oggi per rendersene conto: nel giugno scorso, schierandosi apertamente contro la legge che ha imposto i costi minimi per la sicurezza nel trasporto delle merci, avevano denunciato un aumento dei costi da 10 a 14 miliardi. Oggi, dalle colonne del quotidiano economico a loro vicinissimo, parlano di costi aumentati da 18 a 24 miliardi. In questi casi normalmente verrebbe da dire che o hanno sbagliato oggi o si sbagliavano a giugno. Ma la verità è che entrambi i dati sono sbagliati”.
È durissimo l’attacco sferrato dal vicepresidente nazionale di Confcommercio Paolo Uggè a Confindustria sui costi minimi per la sicurezza, voluti dal Parlamento “per impedire che sulle strade italiane viaggino vere e proprie bombe a orologeria”, come sottolinea sempre Paolo Uggè, “ovvero tir e furgoni ai quali non viene fatta la manutenzione e guidati da autisti non professionisti, da pagare il meno possibile, per consentire di rientrare nei costi. Trasporti spesso commissionati a condizioni da strozzinaggio, imposti con il ricatto da una certa committenza”. Sono i numeri, secondo il vicepresidente nazionale di Confcommercio, a sbugiardare Confindustria: “ll settore trasporti e logistica nell’anno 2010 ha fatturato 190 miliardi di euro di cui 120 miliardi per la logistica e 70 miliardi per i trasporti. I costi minimi non interessano i traffici su distanze inferiori a 100 chilometri che valgono 15 miliardi di euro. I traffici movimentati dal conto terzi per i rimanenti 55 miliardi valgono 35 milardi di cui 20 miliardi su distanze superiori a 500 chilometri”. E, ancora, sottolinea Paolo Uggè, “i costi minimi che rapresentano il parametro minimo della sicurezza incideranno per appena il 5 per cento su un fatturato di 20 miliardi e per il 3 per cento su un fatturato di 15 miliardi. Questi sono i conti veri! Quando si spara sul mucchio si corre il rischio di colpire anche quelli di casa propria”.
L’ultima considerazione riguarda il comportamento “quantomeno incomprensibile, se non addirittura ambiguo” di Confindustria. “Nella seduta dell’Osservatorio del 25 ottobre scorso, dopo la presentazione delle tabelle da parte del responsabile di Fai Conftrasporto un dirigente di Confindustria affermò che il lavoro era pregevole, addirittura eccellente. A fronte di quelle ipotesi, che non vennero approvate con voto immediato, nessun rappresentante di Confindustria presentò nella seduta del 2 novembre tabelle alternative, a conferma che tutto era evidentemente condivisibile. Ora le carte in tavola vengono improvvisamente cambiate. A che gioco giochiamo? Forse allo stesso gioco per il quale, solo pochi mesi fa, si sottoscrivevano importanti impegni per la legalità col ministro degli Interni Roberto Maroni per avere visibilità sui giornali (a cominciare dal proprio sul quale si dice quello che si vuole e si evita accuratamente di dire quello che è scomodo?) per assicurarsi una facciata di trasparenza e moralità. Salvo poi buttare tutto nella spazzatura per intascare qualche centesimo in più al chilometro e mettendo in pericolo la vita della gente sulle strade… Il 20 novembre è la giornata mondiale delle vittime della strada. Ma forse questo aqualcuno non importa, a loro interessa solo guadagnare, guadagnare, guadagnare…..”