Per combattere traffico e inquinamento le città non possono più agire da sole. Serve un coordinamento nazionale con provvedimenti omogenei su tutto lo Stivale. Lo chiedono Aci e Legambiente che a Roma hanno presentato un documento “La mobilità per tutti nella città di domani” con il quale individuano una serie di proposte per la mobilità sostenibile. “Nel tentativo di diminuire i livelli di traffico e di inquinamento, i Comuni hanno messo in campo fino a oggi una serie disorganizzata di provvedimenti che ha creato solo confusione tra i cittadini”, hanno detto il presidente dell’Aci, Enrico Gelpi, e quello di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza. “Raramente si sono curati di verificare l’efficacia delle strategie intraprese in termini di riduzione degli inquinanti, di miglioramento dell’efficienza del trasporto pubblico – oggetto di continui tagli nei trasferimenti agli Enti locali – o di maggiore fluidità del traffico. Automobilisti, passeggeri del trasporto pubblico e gli altri utenti della strada sono sempre più penalizzati”.
Tra i Comuni – spiegano Aci e Legambiente in un comunicato stampa – c’è chi ha puntato sulle targhe alterne (Napoli e Palermo), sul blocco dei veicoli Euro0 ed Euro1 (Torino e Roma), sullo stop straordinario della circolazione (come Udine, Trento o Pordenone), sulle domeniche a piedi e sui giovedì senz’auto (i Comuni dell’Emilia Romagna); chi ha fermato i vecchi furgoni commerciali (Milano) e chi ha dichiarato guerra ai bus più inquinanti (Firenze), chi ha ridotto la velocità a 30 all’ora (Saronno) e chi ha offerto sconti sui mezzi pubblici (Vicenza).
Provvedimenti che hanno generato tanta confusione. Per questo, secondo Aci e Legambiente, è necessario un coordinamento nazionale. La priorità negli investimenti per la mobilità, secondo Aci e Legambiente, dovrebbe essere data alla flotta del trasporto pubblico locale, perché diventi meno inquinante e più adeguata all’estensione del centro urbano e al numero di abitanti. Importantissimi anche lo sviluppo di parcheggi di scambio e residenziali non su strada, l’ampliamento del numero e dell’estensione delle isole pedonali e delle “zone 30”, nonché la diffusione di sistemi razionali di sosta a pagamento, con tariffe differenziate per zona e orario. Particolare attenzione è riservata agli utenti deboli della strada (pedoni, ciclisti, disabili) per i quali si dovrebbero stanziare molte più risorse per la realizzazione di isole pedonali e reti di piste ciclabili. Per fluidificare la circolazione lungo le grandi arterie, invece, si dovrebbero realizzare vie verdi con sosta vietata. Per favorire la diffusione di auto più moderne, sicure e a minore impatto ambientale, soprattutto in ambito urbano, sarebbe poi necessario un piano nazionale o territoriale di incentivi e facilitazioni economiche a vantaggio delle famiglie.
Tra gli interventi legislativi, Aci e Legambiente suggeriscono anche la rimodulazione e la semplificazione del meccanismo del bollo auto, da rapportarsi non più alla potenza ma alle emissioni di CO2: un “bollo auto” che torni “bollo di circolazione”, ossia una tassazione proporzionale all’uso dell’auto. E per costruire una vera e propria cultura della mobilità sostenibile, le due associazioni raccomandano di promuovere con più convinzione meccanismi di incentivazione per il car-sharing (l’auto in multiproprietà), il car-pooling (l’utilizzo dell’auto in almeno tre persone) e la formazione per l’uso responsabile del mezzo privato in ambito urbano. Aci e Legambiente richiamano infine le componenti pubbliche e private della filiera della mobilità a non guardare al futuro concentrandosi solo sul contenimento delle emissioni inquinanti. Si rischia altrimenti di perdere di vista l’altra criticità della mobilità, che attanaglia soprattutto i centri urbani: il traffico. Se anche tutti i veicoli circolanti in città fossero a impatto ambientale nullo, l’aria sarebbe un po’ più pulita ma le strade rimarrebbero comunque congestionate.